Siamo a Brooklyn. Sono trascorsi dieci anni dalla morte di Richie Whelan e Bob Saginowski non si è più aperto con nessuno da allora. Una notte, un cucciolo di pit bull abbandonato gli farà comprendere che la sua vita deve continuare e…nulla sarà più come prima.
Opera seconda e primo lungometraggio in lingua inglese del 42enne regista belga Michaël R. Roskam (un nome da tenere molto presente per il futuro), presentato in anteprima al Festival di Toronto 2014, The Drop, uscito in Italia con il titolo Chi è senza colpa, è semplicemente…un diamante.
Una storia essenziale, fredda ed asciutta come una gelida notte d’inverno a New York, una sceneggiatura affilata come una lama di rasoio ed un cast perfetto per un thriller di cui sentivamo decisamente il bisogno.
Tom Hardy (Locke) concentra in sé un talento da fuoriclasse sul quale non nutrivamo dubbio alcuno. Un “piccolissimo particolare” su tutti: il passaggio dal suo timbro nettamente britannico all’accento quasi “black” utilizzato in questo film. Impressionante. Se a ciò si aggiunge la sua bellezza assoluta, si può iniziare a comprendere perché la scelta di affidargli il ruolo di protagonista “in sordina” sia stata più che azzeccata.
Il villain di The Drop è il bellissimo e tenebroso attore belga Matthias Schoenaerts, noto per aver interpretato l’animalesco pugile clandestino di cui si innamorava perdutamente la divina Marion Cotillard nell’intenso Un sapore di ruggine e ossa di Jacques Audiard. La sua impeccabile performance ci regala uno psicopatico tanto affascinante quanto (apparentemente) letale.
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=k8upwtn9A30[/youtube]
L’affascinante Noomi Rapace, cui è stato ritagliato in sceneggiatura un ruolo abbastanza pallido (questo è, senza alcun dubbio un film di scontri esistenziali tra grandi figure maschili, perdute, animalesche ed avvelenate), sembra paradossale affermarlo, trattandosi della coprotagonista, non brilla particolarmente (siamo ad anni luce da Lisbeth Salander ed è un vero peccato) se si eccettuano un paio di scene in cui il suo intenso sguardo scandinavo e la sua energia latente ci ricordano quanto lei sia dotata e qui sprecata.
The Drop resta il miglior titolo del genere da 7 anni a questa parte, ovvero da quando apparve sullo schermo Onora il padre e la madre (Before the Devil Knows You’re Dead) del maestro Sidney Lumet. Il miglior attore british ed il miglior belga della nostra generazione che si contendono Noomi Rapace e, sullo sfondo…un mefistofelico James Gandolfini? Esatto. C’è anche lui…nel ruolo probabilmente più rabbioso e crepuscolare della sua carriera che può essere letto, a posteriori, come il suo testamento attoriale.
Dulcis in fundo: l’adorabile cucciolo Rocco che aggiunge alla ricetta filmica quel pizzico di dolcezza necessario a preservarne l’equilibrio narrativo che scivola di minuto in minuto, senza sfigurare affatto con il paragone illustre, verso una variazione in La minore di A History of Violence. Rocco è l’alter-ego di Bob. Ignorato e bistrattato da tutti ma cruciale per l’epilogo di questa tragedia greca metropolitana.
Durante la conferenza stampa ufficiale di presentazione del film a Toronto, Tom Hardy ha dichiarato: “Sono sempre affascinato dai personaggi che non hanno la possibilità di far valere le proprie idee. Penso che siano i più interessanti. Sono nascosti sotto alle rocce, spinti in piccoli angoli della società dove la loro voce, spesso, non si sente. […] Molta della mia preparazione (per un ruolo) è nella mia testa. Leggo la sceneggiatura una volta, poi mi siedo ed inizio a pensarci molto. […] Penso ai vari livelli di struttura di ogni singolo personaggio ed a cosa mi aspetto da ognuno”.
Una produzione di altissimo livello. Varrebbe il prezzo del biglietto anche se fosse un corto.
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=451o2IyGJlQ[/youtube]
+ There are no comments
Add yours