BeeMovie

Oramai il confronto fra le opere d’arte della Pixar e i film della Dreamworks (un confronto inevitabile, visto che sono i due giganti dell’animazione 3-D cinematografica) diventa sempre più impietoso ogni giorno che passa. Se si mettono assieme gli ultimi due prodotti della casa di Katzenberg (Shrek Terzo e Bee Movie) non si arriva nemmeno al trailer di Ratatouille; se si uniscono le gag dei primi due non si raggiunge il divertimento puro del terzo; se si fondono le trovate più originali di quelli (poche, invero) non si ottiene la genialità fatta cinema del film sul topo-cuoco.

Si comprende facilmente quindi come anche quest’ennesimo prodotto Dreamworks che antropomorfizza l’animaletto di turno (oramai non se ne può proprio più, sono dieci anni che sfruttano lo stesso principio: hanno passato al setaccio tutta la zoosfera!) non sia in fondo niente di che. Più che altro soldi e fatica sprecati: non c’è un sussulto di brio, non c’è un pizzico di vera originalità, non c’è un momento sinceramente comico o capace anche solo di strappare più di un sorriso. Splendide animazioni, sì: ma oramai chi meravigliano più?

L’animale protagonista di turno è l’ape: nel dettaglio, una giovane e neo-laureata ape che si appresta a prendere parte alla vita lavorativa dell’alveare dal quale non è mai uscita, ma che smania per unirsi ai fuchi cerca-polline e ai loro avventurosi viaggi all’esterno. Riesce a fuggire dall’alveare, conosce gli umani, dialoga con una ragazza e scopre come l’uomo sfrutti il lavoro delle api per ottenere il miele. E intenta causa al genere umano per tale sfruttamento. Salvo pentirsene…

Se vi sembra solo un po’ fantasioso, non avete visto il film: altrimenti sapreste che la sceneggiatura praticamente non esiste, i passaggi logici scompaiono e la trama fa ridere per la sua insensatezza. Va bene l’assurdità, va bene che dovrebbe essere un film “per bambini” (ma chi ci crede più?), va bene l’irreale come fonte di umorismo (ce ne fosse, però!), ma stavolta è tutto così quasi forzatamente mal scritto che dà proprio fastidio.

Non bastano le sporadiche frecciatine sarcastiche e parodistiche ad alcuni divi dello star system (da Sting a Ray Lotta) per risvegliare dal torpore: se si voleva strizzare l’occhio al mondo degli adulti, lo sforzo è decisamente piccolo. Bee Movie rimane diretto ai più piccoli e per i più grandi qualche piccolo sorriso qua e là non varrà mai il prezzo del biglietto.

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