Decisamente originale questa commedia dai risvolti psicologici ambientata nel Midwest e diretta dall’australiano Craig Gillespie, noto regista pubblicitario. Lars è un ragazzo strambo e solitario, con problemi di relazione e comportamenti anomali. Non parla quasi mai, evita la gente quanto più gli riesce ed abita nel garage attiguo alla casa dove vivono il fratello Gus e la moglie Karin, i quali, preoccupati per lui, gli rivolgono pressanti inviti a pranzo e cena, che il congiunto puntualmente declina.
Lars lavora in un piccolo ufficio vicino casa ed è qui che scopre, grazie ad un collega navigato, che è possibile acquistare tramite Internet, delle “real doll”, bambole a grandezza naturale completamente realizzate in silicone.
Fra lo sgomento dei suoi congiunti, un bel giorno arriva il pacco con la nuova “fidanzata” e Lars, pieno di orgoglio, presenta a tutti la sua Bianca: finalmente anche lui può sentirsi come tutti gli altri, ha un’amica speciale, un ponte per entrare di diritto nei gangli della vita sociale del suo paesino.
I parenti angosciati si rivolgono ad una psichiatra la quale consiglia di assecondarlo e, con la scusa di curare Bianca da qualche male immaginario, inizia con Lars una vera e propria terapia, che svelerà nevrosi, fobie e distorsioni cognitive causate da un trauma antico: la morte della madre nel darlo alla luce. L’intera, assonnata cittadina del Midwest viene coinvolta nell’accoglienza della fidanzata fittizia per favorire la guarigione di Lars: Bianca viene coinvolta in parrocchia, in ospedale come volontaria, in un negozio come “manichino” e così via. A poco a poco, grazie a questa creatura artificiale, Lars uscirà dalla sua malattia e inizierà a riconoscere le attenzioni di una creatura femminile in carne ed ossa. Il film alterna momenti esilaranti, scaturiti dalle situazioni assurde create inevitabilmente dalla vita di società della bambola-fidanzata, a momenti seri e profondi, legati al processo di riconoscimento e cura della malattia di Lars ed al lavoro di terapia della psichiatra.
In ogni società ci sono molti Lars, sembra dirci il film, persone con difficoltà di comunicazione, che hanno subito traumi ma che, grazie all’aiuto e dalla solidarietà di un’intera comunità, possono guarire e vivere una vita “normale”, purché non vengano abbandonate a sé stesse. Spiccano nel film l’interpretazione di Ryan Gosling (Lars) già premiato al Sundance Festival per ruoli complessi di personaggi travagliati, e quella di Patricia Clarkson (The Untouchables, Good Night and Good Luck, Il miglio verde, Dogville) nei panni della dott.ssa Dagmar, la psichiatra che risolverà brillantemente un caso clinico non facile.
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