Traduzione italiana fuorviante per l’ultimo parto del maestro Chabrol, presentato fuori concorso alla 64a Mostra del Cinema di Venezia. Non si tratta, infatti, di una storia di seduzione alla Lolita, quanto, piuttosto, della dolorosa vicenda di un’affascinante giovane fanciulla che – tra una diretta del meteo e l’altra – si barcamena tra l’amore sofferto, parzialmente ricambiato, per un maturo scrittore e l’attrazione per un giovane tombeur de femmes.
La protagonista di questo dramma di amore e morte è la sensuale Ludivine Sagnier ed il titolo originale (La fille coupée en deux) è metafora del suo cuore, che oscilla dolorosamente tra le due storie sino al tragico epilogo. Il tutto passando attraverso una progressiva discesa agli inferi che ricorda molto Secretary.
Menzione d’onore per il talento dimostrato dal 34enne Jude Law di Francia: Benoît Magimel. L’attore feticcio di Chabrol (lo avete già ammirato ne Il fiore del male e La damigella d’onore), sarà prossimamente sul grande schermo con ben quattro progetti, tra i quali merita di essere citato La possibilità di un’isola, dall’omonimo romanzo di Michel Houellebecq, pellicola da lui stesso sceneggiata e diretta.
Avrei, personalmente, evitato di spiegare visivamente il titolo utilizzando l’escamotage della prestidigitazione sul palcoscenico (la scena ricorda un pò le atmosfere di Scoop) e, sicuramente, con una quindicina di minuti in meno, il film avrebbe guadagnato in ritmo ed originalità. Ciò non toglie che si tratti di grande cinema d’autore diretto da un genio, il cui talentoso sguardo ci accompagna, ormai, da quasi otto decenni.
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