Siete pecore tra i lupi. Siate astuti come serpenti ma innocenti come colombe.
Il bellissimo e seminascosto (nelle poche sale) Gone Baby Gone, vede per la prima volta Ben Affleck alla regia e suo fratello Casey (la prima ragione per godersi L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford) nel difficile ruolo del protagonista principale, un investigatore specializzato nel ritrovamento di persone scomparse ma, sino a quel fatidico giorno, finalizzato unicamente a grossolane forme di recupero crediti. Un bel giorno, la sparizione (apparentemente insensata) di una bimba cambierà per sempre la sua vita.
L’ apertura è degna dei migliori Spike Lee ed Eastwood, cui il film di Affleck rende continuamente tributo, e talmente ben girata da essere motivo sufficiente per recarsi in sala.
Il particolare potere di sintesi della lingua inglese, unito all’occhio sensibile del regista per i particolari, fanno di questo film un modello per i giovani autori. Un esempio per tutti: il protagonista, entrando per la prima volta nella stanza della bimba scomparsa, afferma: “Hanno rapito anche i mobili?”, come ad indicare lo stato di pesante disagio economico in cui la piccola si è trovata a vivere i primi anni della propria vita, con una madre alcolista e tossicodipendente.
Le atmosfere alla Training Day (un trait d’union visuale tra le due pellicole è dato dai poliziotti di colore: nel primo, Denzel Washington. Qui, il grande Morgan Freeman) estremamente realistiche e plausibili nella loro durezza, rendono questo film adatto soltanto a spettatori maggiorenni con forti stomaci. Non è, infatti, ciò che si vede (che, comunque, non è poco) ad essere disturbante e difficile da sostenere quanto l’aria stessa, impregnata di un’America che non si piace e si è lasciata andare…molto più di ciò che gli “Official Media” vogliono farci credere.
Menzione d’onore per i protagonisti (solo in apparenza) secondari: Amy Ryan, nei panni della madre tossica ed alcolista ed un monumentale Ed Harris (Pollock, A HIstory Of Violence), sempre più bravo, in quelli dell’agente FBI che sembra essere ben più temibile, rissoso e sociopatico dei delinquenti su cui indaga (Training Day ritorna),
Ciò che rende, però, questo film diverso e decisamente interessante è un’astuta scelta di sceneggiatura, la quale colloca una coppia di wasp di periferia nel ruolo di “Alice in Bloody Wonderland”, circondandoli di una costellazione di particolari assolutamente perfetti, uno per tutti il pub “Legge di Murphy”. Dura lezione per l’America a rischio recessione, vero? “Se le cose possono andare peggio, certamente lo faranno”.
Film da vedere senza esitazione, non foss’altro per la splendida scena del confronto tra Casey Affleck e Morgan Freeman sul destino della bimba ritrovata.
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