“Mi sembra che ormai esistano solo storie che restano in sospeso e si perdono per strada”
(Italo Calvino)
L’amore non basta di Stefano Chiantini è un film sull’incomunicabilità tra persone che si amano, quindi in netto contrasto con la tendenza dell’happy end presente in molte pellicole sia italiane che estere degli ultimi tempi. Tutti i personaggi restano sospesi, destinati a non comprendersi pienamente, l’amore fa parte della vita di ciascuno di loro: tutti amano, anche se in maniera diversa, con le varie sfumature che la parola amore può contenere.
Martina (Giovanna Mezzogiorno) Lavora come hostess, è una ragazza frenetica, riempie le sue giornate libere dal lavoro con lo studio e gli hobby. Tutto questo per non fermarsi e pensare al vuoto che ha dentro. Angelo (Alessandro Tiberi) per vivere svolge mille lavori saltuari, da cui però puntualmente si licenzia per poter realizzare il suo sogno: diventare scrittore.
Nicola (Rocco Papaleo) è il fantasma del padre di Angelo che anche da morto continua a influenzare il figlio. Marit (Marit Nissen) è la madre di Martina, risposata con Fernando (Alessandro Haber), un uomo egoista che non le dà la minima attenzione.
La prima scena del film si svolge su un aereo: uno scambio di sguardi tra una hostess e un passeggero e un diario con una lettera dentro, accidentalmente dimenticato, sembrano un preludio ad una storia d’amore. La realtà è un’altra: Martina e Angelo sono da tempo fidanzati, ma il loro rapporto non progredisce: il diario con dentro una lettera d’amore è un escamotage di Angelo per dare nuova linfa al loro rapporto.
L’amore non basta è volutamente un dramma che non progredisce; è un accadere che non porta con se sviluppi; narra il rapporto non rapporto tra i personaggi, quello che si dicono non è altro che un monologo, anche un po’ straniante, mascherato in forma dialogica. Non a caso gli attori non sono mai centrali rispetto alle inquadrature. Non è un film per tutti, ma per chi ha voglia di confrontarsi con le proprie paure, debolezze, incertezze. E’ un film che racconta delle situazioni che realmente si possono verificare nella vita di ognuno di noi. L’amore non basta quando i problemi individuali sono così grandi da sovrastarlo e impedire il suo normale sviluppo. Chiantini ha avuto il coraggio di mettere a nudo i suoi sentimenti più intimi, quelli viscerali e di trasporli in un film.
Un parola per Rocco Papaleo, che insieme a Chiantini ha curato la sceneggiatura del film: Un bravo attore italiano che troppe volte viene relegato in ruoli marginali o da caratterista.
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