La storia di due cugini, Mario (Valerio Mastandrea) e Righetto (Raffaele Vannoli), che girano per Roma in cerca della nonna ladra scappata da una casa di cura. Nella loro ricerca incontrano personaggi tipici della “Vecchia Roma” quasi del tutto sparita, come la prostituta Anna Tre Culi (Sandra Milo) e della “Nuova Roma”, un napoletano transessuale e un ragazzino di colore, che parla romano meglio dei suoi coetanei testaccini.
Chi nasce tondo, per la regia di Alessandro Valori, si avvale dell’interpretazione, sempre ad alti livelli, di Mastandrea e della Milo, ma pecca nella sceneggiatura, troppo semplice e poco strutturata. Forse paga lo scotto di aver coinvolto persone troppo giovani e inesperte: gli studenti di alcuni licei romani e della scuola di cinema Digital Desk.
Il film è distribuito in una sola copia al cinema Eden di Roma e l’assenza in conferenza stampa, fatta notare dalla signora Milo, da parte di Mastandrea e Vannoli (sembra quasi che i due attori si siano assolutamente disinteressati della promozione), getta una luce cupa sul futuro di questo film.
Peccato per Vannoli che era riuscito finalmente ad avere una parte da co-protagonista in un film, e per Tiberio Murgia, l’indimenticato Ferribotte de I soliti ignoti, che qui recita nella parte di Connetto, un anziano cliente della prostituta Anna Tre Culi.
Si sarebbe potuto dare una possibilità in più alle nuove leve della sceneggiatura italiana, aiutandoli a scriverne una più avvincente e accattivante, ma forse è stato solo un esperimento senza grandi velleità.
Qualche risata da cabaret ce la fa fare, ma nulla di più.
Una nota di colore e di costume il servizio fotografico che è stato fatto a Sandrocchia, una delle ultime dive italiane: in quel momento sembrava per un attimo di essere tornati ai tempi di Fellini.
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