La setta delle tenebre è un film con Lucy Liu. È anche un film con i vampiri. Lucy Liu è un vampiro e uccide con la balestra. Lucy Liu muore e poi risorge. Lucy Liu va a caccia dei vampiri cattivi perchè lei è un vampiro buono. Mangia solo per necessità.
Se non vi è venuto da ridere, sappiate anche che La setta delle tenebre è un film horror, non una commedia. Se siete ancora seri, forse almeno voi due un motivo per andare in sala ce l’avete.
Chi ha partorito questa amenità sotto forma di pellicola cinematografica, il vero colpevole (perché di colpa si tratta), colui che ha avuto non solo il coraggio di dirigerla, ma anche di scriverla, risponde al nome di Sebastian Gutierrez. Costui è lo stesso che ha sceneggiato anche alcuni fra i film più aberranti degli ultimi anni e citiamo solamente Snakes on a Plane, The Eye e Gothika. Vi prego, fermate quest’uomo!
Anche perché questa volta non si può nemmeno dire che Gutierrez non orchestri con una certa sapienza le sequenze prettamente horror: se lo si guarda esclusivamente dal punto di vista della tensione che suscita nei momenti salienti, La setta delle tenebre (orrida traduzione per Rise: Blood Hunter) non è nemmeno così inguardabile, anzi. Certo, qualche reticenza e autocensura in meno in fase di montaggio avrebbero aiutato la spettacolarità e il lato splatter del film (visto che nell’epoca di Saw staccare proprio mentre la vittima viene trafitta fa tanto vintage e stile Hitchcock!). Ma per il resto qualche sequenza si fa anche vedere volentieri.
Il problema è tutto ciò che è costruito attorno a queste sequenze horror. Parliamo di una storia in cui c’è una giornalista (la Liu, per l’appunto), che scrive un reportage dal mondo undergound di una setta segreta che sta mietendo vittime a Los Angeles. Quando finisce anche lei vittima della setta e si ritrova in un obitorio, trasformata in un vampiro assetato di sangue, comincia a ordire la sua vendetta, nei confronti dei vertici di quell’organizzazione segreta.
Attorno a questa trama da film horror di serie Z, fatta di situazioni sconclusionate, di nessi logici mancanti, di ellissi narrative macroscopiche, si sprecano dialoghi ridicoli (“Ho seguito un bookmark che mi ha portato fino a una home page e sono arrivato fin qui”) e scene da film exploitation che sfiorano la parodia (una per tutte, Lucy Liu che uccide il vampiro con un chiodo nel cuore. Già, ma non era un paletto di frassino? Manco la filologia trash, ‘sti cineasti horror di oggi…).
Insomma, un’opera da dimenticatoio immediato, una cosa tanto ridicola che non vale nemmeno la visione su dvd la notte di Halloween. Peccato solo per qualche scena tecnicamente decente, che rivela come una regia discreta avrebbe potuto fare di meglio con una sceneggiatura degna di questo nome. Gutierrez dà, Gutierrez toglie…
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