Complice l’uscita pressocchè imminente dell’attesissimo Righteous Kill, che finalmente li vedrà recitare davvero assieme non solo sullo stesso set, ma anche nelle stesse scene, L’Espresso online dedica un corposa “intervista doppia” a due fra i più grandi attori americani viventi, Robert De Niro e Al Pacino: un’occasione per parlare dell’imminente film, ma anche di due differenti modi di approcciarsi all’arte di recitare, di due scuole attoriali, di due carriere impressionanti.

Subito dopo il Continua, trovate uno stralcio dell’intervista, che vi invitiamo a leggere per intero qui. Se invece volete dare uno sguardo all’ultimo trailer di Righteous Kill, eccovi il link.

Nel film siete due poliziotti newyorchesi, per nessuno dei due una novità.
PACINO: “Ricordo che una volta, ero agli inizi, chiesi a un attore quanto ci aveva messo a preparare quel particolare ruolo e lui mi rispose: 35 anni. Ora che ho un po’ di anni alle spalle, capisco quelle parole, quando lavori ti porti dietro la tua esperienza di vita. E tanti ruoli. Poliziotto? Già fatto, e prendi un po’ da lì. Ma l’importante alla fine resta il saper cogliere l’essenza di una persona, le sue reazioni”.

Lei Pacino viene dall’Actors Studio e lei, De Niro, dalla scuola di Stella Adler. Avete in comune una grande intensità. Qual è il vostro metodo? E in che cosa invece siete diversi?
DE NIRO: “Cerco sempre di indagare il più possibile sul mio personaggio. Cosa ha fatto nella vita, i suoi comportamenti, i tic. È la forza dell’empatia. Poi, alla fine di questo processo, faccio delle scelte e decido cosa voglio fare di quel personaggio e fino a che punto mi posso spingere nell’interpretazione”.
PACINO: “Penso che essere perfezionisti sia importante, che fare tante riprese di una stessa scena sia utile perché magari in sala di montaggio ti serve quella particolare emozione e il regista, come un pittore, ha bisogno di poter usare tanti colori. Ma a volte diventa un’ossessione. Ho visto molti attori chiedere un’altra ripresa e poi un’altra ancora e convincersi che quell’ultima è quella buona, ma spesso è solo nella loro testa”.

Quali sono, ai vostri occhi, i vostri film migliori?
PACINO: “È difficile rispondere, le cose cambiano e anche la percezione dipende dal tempo, dall’umore. Così, su due piedi, mi vengono in mente Il Padrino, Scarface, Looking for Richard e Dick Tracy“.
DE NIRO: “Un film è come un figlio, non puoi dire che ne ami uno più dell’altro”.

Chi saranno i prossimi De Niro e Pacino?
PACINO: “C’è una nuova generazione di attori che nel cinema è migliore della nostra. Sono cresciuti con il cinema, non vengono dal teatro o dalla tv e conoscendo solo questo medium hanno una comprensione diversa della telecamera. Nomi? Sicuramente Sean Penn. Ammiro Johnny Depp. Ed Edward Norton. E tanti altri”.
DE NIRO: “D’accordo su Johnny Depp. Anche Leonardo DiCaprio è molto bravo, uno che si butta per davvero in quello che fa”.

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