È un film di Marcel Langenegger, che lo ha diretto, ma sarebbe più giusto attribuirlo a Mark Bomback, che lo ha scritto: i pregi e i difetti di Sex List (Deception il titolo originale) risiedono infatti tutti nella sceneggiatura. Thriller basato su una trama in fondo vista e stravista, il film riesce infatti a giocarsi i suoi colpi di scena con una finezza che non t’aspetti, facendoli passare per vere sorprese: e pazienza se subito dopo si è colti a pensare “beh, ma era scontato!”, perché fino ad un minuto prima non lo si era sospettato affatto.

La storia prende inizio dall’incontro tra Jonathan McQuarry (Ewan McGregor), un revisore fiscale, e Wyatt Bose (Hugh Jackman), un manager impegnato ma che sa come godersi la vita. Un involontario scambio di cellulari fra i due introdurrà Jonathan al mondo delle sex list segrete: liste di uomini e donne d’affari che si contattano solo per fugaci incontri di sesso, senza sapere nulla l’uno dell’altra. Jonathan entrerà nel giro, ma si innamorerà presto di una delle donne incontrate (Michelle Williams): quando lei verrà rapita, sarà lui a essere incolpato.

In realtà, è proprio qui che comincia il film: la prima mezz’ora inquadra alla perfezione lo sfondo sociale, i personaggi e i sentimenti che intercorrono fra loro, lasciando spazio al thriller vero e proprio solo in un secondo momento. Dal rapimento in poi, il drammatico diventa giallo e comincia la sequela di (pseudo) colpi di scena, che trascina lo spettatore per un’altra ora. Impossibile farne menzione per non rovinare lo spettacolo ma possiamo dire che, nonostante il classico meccanismo del “niente è come sembra”, Sex List riesce a coinvolgere davvero fino alla fine, riscattando con un buon ritmo la prolissità e l’eccessiva lunghezza della prima parte.

Il cast di prim’ordine svolge egregiamente la sua funzione: più coinvolgente però Hugh Jackman (sempre nei panni del solito personaggio ambiguo e un po’ cattivo, ma stavolta col sorriso beffardo sulle labbra), rispetto a un McGregor un po’ troppo statico nell’inquadrare i limiti del suo personaggio. Ma d’altronde è il ruolo a imporglielo. Apparizioni troppo fugaci, invece, per Michelle Williams, che non riesce mai a rubare la scena ai due primi attori.

Non sarà insomma il thriller dell’anno (a mala pena del mese, forse), ma Sex List saprà regalare quel brivido di fine agosto che, in mezzo alla decadenza dei titoli in uscita, può giustificare un’ora e mezza in sala. Dedicato agli amanti del genere.

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