Basta con i supereroi di plastica, basta con le storielle edificanti, col politicamente corretto e con le grandi responsabilità che derivano dai grandi poteri: Hancock riscrive in maniera geniale le regole dei cinecomics e dà una sferzata ad un genere onestamente oramai bolso e asfittico e soprattutto – Cavaliere Oscuro a parte – diretto quasi esclusivamente al mondo dei più giovani.
Ovviamente in America il film è stato bersagliato dalla critica per il suo “attentato alla morale comune”: considerando che l’accusa viene mossa da quel popolo di ipocriti bacchettoni, ecco un altro punto in più per l’opera di Peter Berg (già regista di The Kingdom).
Certo, il film sarebbe stato probabilmente poca cosa senza la prova notevolissima di un Will Smith sempre più piacevolmente irriconoscibile col passare del tempo: non una sbavatura nella sua recitazione, complice un personaggio che pare calzargli a pennello. Il suo Hancock è un supereroe che definirlo atipico è usare un eufemismo: alcolizzato e violento, è l’ultimo essere della sua specie e scaccia la sua solitudine sfruttando i suoi poteri (volo, iper-forza e resistenza a qualunque urto) dando la caccia al malvivente di turno. Ma lo fa distruggendo sempre mezza Los Angeles, con cruccio della cittadinanza, che non vorrebbe vederlo più. E allora ci vorrebbe qualcuno che gli curi l’immagine: così la pensa Ray (Jason Bateman), un P.R. che riesce a convincerlo a consegnarsi alla giustizia per apparire più umano (e indispensabile alla società).
Di nuovo in controtendenza con i film di genere, Hancock fa della sintesi e della breve durata (appena 80 minuti) il cavallo di battaglia della sceneggiatura, che scorre sempre viva e coinvolgente, riducendo persino al minimo le scene dei combattimenti (peraltro meno spettacolari del solito) e scivolando leggermente verso il melenso solo nel finale, che si perde qualche pezzo dal punto di vita logico. Ma a film di questo tenore possiamo anche perdonarlo.
Da citare le prove della coppia Jason Bateman – Charlize Theron: non in quanto particolarmente lodevoli, piuttosto perché con il loro essere dentro le righe esaltano l’interpretazione di Smith.
Insomma, se siete stanchi di veder porgere l’altra guancia, avete voglia di catarsi superomistica e vorreste 5 minuti di superpoteri per comportarvi come Hancock con chi vi sta più antipatico, questo eroe/antieroe alcolizzato e con P.R. al seguito vi affascinerà proprio per la sua umanità. Singolare.
+ There are no comments
Add yours