Edizione decisamente sottotono, questa terza con il nome mutato. La prima, peraltro, sotto l’egida del già criticatissimo Rondi.

Chi, come Daniele Vicari, meritava di essere premiato…non ha ricevuto nulla (se si eccettua il Premio Libera Associazione Rappresentanza di Artisti – L.A.R.A. – al miglior interprete italiano tra i film in concorso in tutte le sezioni del Festival, assegnato al bravo Michele Riondino) e  diventa sempre più sospetta la sua esclusione dagli italiani di Venezia 65, il cui livello era talmente basso…da non richiedere ulteriori commenti.

Opere, invece, su cui nessuno avrebbe puntato, come Resolution 819, si sono aggiudicate addirittura il Marc’Aurelio d’Oro del pubblico al miglior film.

Per quanto riguarda la giuria critica, il Marc’Aurelio d’Oro al miglior film è andato ad Opium War del regista afgano Siddiq Barmak, pellicola che affronta – da un punto di vista interessante ed originale – il battuto tema della guerra in Afghanistan.

Meritatissimo, peraltro, il premio alla Migliore Attrice, assegnato alla sempre più brava e sensibile Donatella Finocchiaro, per la sua sofferta ed intensamente sanguigna interpretazione del primo boss mafioso donna che sia mai apparso sui nostri schermi, per la regia di Edoardo Winspeare.

Per i dettagli sugli altri premi, cliccate qui.

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