Un’altra produzione di Judd Apatow, un altro profluvio di battutine scontate o semi-triviali ad uso e consumo dei grandi clienti delle sale cinematografiche americane (e non solo), ossia i teenager. Strafumati segue la linea di successo commerciale intrapresa dai vari 40 anni vergine, Molto incinta e Suxbad, tanto da sembrare l’ennesimo clone. Vale anche qui quindi l’avvertimento generale: ingresso in sala assolutamente vietato ai maggiori di 16 anni! Le probabilità di non ridere nemmeno a mezza battuta aumentano inesorabilmente col progredire dell’età.
D’altro canto, di fronte a filmetti come questo, quasi si rimpiange di non avere più la suddetta età, memori di quanto certe scenette scontate e di basso livello o certe gag visuali ci avrebbero fatto rotolare sulla sedia per 5 minuti. Finito il ricordo, rimane la noia: perché la storia è ridotta all’osso, i personaggi si sono visti uguali se non molto migliori altrove, l’azione diventa presto il rifugio di una sceneggiatura priva di idee umoristiche serie (scusate l’ossimoro) e alla ridicola morale politically correct (atta a bilanciare la tematica iniziale del film) si sarebbe quasi preferito un più genuino invito allo spinello. Non parliamo poi del finale: 20 minuti di troppo di azione senza senso e di umorismo nemmeno cercato.
L’impianto – s’è detto, non se ne abbia a male il regista David Gordon Green – è quello fatto con lo stampino targato Apatow: pure gli attori sono quelli, vedasi quel Seth Rogen già visto in Molto incinta. James Franco è invece una delle poche luci del film: quasi irriconoscibile fisicamente, l’attore di Spider-Man interpreta alla perfezione il suo “fumato” (è proprio il caso di dirlo) personaggio, dimostrando divertimento nell’impresa. Assieme i due vestono i panni rispettivamente di un 25enne senza arte né parte (seppure Rogen ne dimostra 10 di più, nonostante sia proprio quella la sua età!) e del suo amico, improbabile pusher venuto in possesso di una partita di una rarissima erba (la Pineapple Express del titolo americano). Il primo sarà testimone di un omicidio compiuto da colui che vende la droga all’amico: così i due tenteranno la fuga dalle grinfie della gang.
La trama striminzita bivacca per la prima mezz’ora, diverte un po’ (o per lo meno fa sorridere) nella parte centrale e si perde completamente nel finale più inutile della storia delle commedie demenziali. Certo, che più di qualcosa si sia perso dal punto di vista comico per via della traduzione è tanto inevitabile quanto evidente. Ma Strafumati rimane pur sempre una pellicola da consigliare al solo pubblico maschile minorenne. E magari, anche a loro, viene da suggerire un noleggio piuttosto che un biglietto in sala.
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