Fulminante esordio alla regia e alla sceneggiatura per Bryan Bertino che orchestra e dirige un horror come non se ne vedevano da anni, teso come una corda di violino dall’inizio alla fine, asciutto ed essenziale ma di innegabile impatto, capace di giocare con la tensione come gli psicopatici protagonisti fanno con la coppia del film.
Nel campo degli horror basati appunto sulla tensione, The Strangers farà sicuramente scuola (e lo speriamo, vista la cronica mancanza di tecnica che puntualmente hanno questi prodotti), col suo stile che nulla concede allo splatter o all’estetica dell’impatto visivo. Prim’ancora che da una sceneggiatura che dipinge una storia agghiacciante e per certi versi anche originale, il film di Bertino è sorretto da una regia (e da un montaggio) da 10 e lode, dove i movimenti ondulatori e irregolari della macchina suggeriscono visuali in soggettiva limitanti e quindi terrorizzanti; dove gli stacchi avvengono puntualmente nell’istante disvelatorio, lasciando lo spettatore con tutti i dubbi di un attimo prima; dove i volti dei maniaci protagonisti riescono a rimanere celati anche quando cadono le maschere; dove il gioco al gatto col topo subito dai protagonisti è nulla in confronto allo stillicidio della tensione che lo spettatore sopporta.
Eppure il film si inserisce in pieno nei canoni narrativi tipici del genere horror di origine americana: lo segnala l’ambientazione notturna nella casa sperduta nel nulla, la trama incentrata attorno al tema dell’assedio (stile zombie movie anni Sessanta) e il ruolo passivo delle vittime, poste di fronte a carnefici onnipotenti. C’è persino un chiaro riferimento stilistico a quel Funny Games di recente “riportato” in America, quando l’alba si leva e con essa cadono le maschere, il gioco a distanza finisce e comincia il confronto tête-à-tête.
E allora cos’è che rende così avvincente e agghiacciante la storia di questa coppia assediata all’interno di una villetta da una famiglia di maniaci in maschera che sembra voler a tratti giocare, a tratti punirli della loro stessa presenza in quel luogo? La risposta non sta di certo nei trucchi scenici (peraltro ridotti all’osso) o nel mistero delle maschere, né tantomeno nelle prove ordinarie dei due attori protagonisti, Liv Tyler e Scott Speedman: è proprio quello stile registico a scatenare la tensione, a tenere inchiodati alla sedia, a rendere agghiacciante persino quel finale così “tranquillo”, che ricollegandosi alla scena iniziale (prestatele attenzione…) disvela le “ragioni” del gesto.
Vi si gelerà il sangue nelle vene, non c’è dubbio. E amanti o meno che siate del genere horror, questo The Strangers non potete perdervelo a prescindere.
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