Racconti Incantati

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Non è retorica, ma devo cominciare col dire che la Disney ha, finalmente, reintrodotto il clichè della bella favola legata alla fantasia, che molti miei coetanei 40enni ricordano con nostalgia. Sarà banale dirlo, ma viviamo in una società logora di rapporti sociali limitati a tanta elettronica e mille frivolezze virtuali, ritrovandoci a crescere bambini ormai sterili di socializzazione; l’unica favola che gli viene raccontata sarà, probabilmente, registrata su nastro o dvd.

Racconti incantati è la storia di Skeeter Bronson (uno spumeggiante Adam Sandler), tuttofare nell’albergo un tempo appartenuto al padre, la cui vita cambia completamente quando le fiabe della buonanotte, che è solito raccontare ai suoi nipotini, iniziano misteriosamente ad avverarsi. Quando, poi, lui cerca di aiutare la famiglia, dando una propria interpretazione alle storie, sono proprio i nipotini che, con i loro contributi inaspettati, stravolgono la propria esistenza. Detto questo, durante tutta la proiezione, il piccolo Pallocchio riesce a rubare un mucchio di risate a piccoli e grandi, con le sue buffe facce e versetti.

Ma come tutte le fiabe, c’è sempre un aspetto negativo e bisognerà far sì che non l’abbia vinta. Racconti incantati è, in conclusione, un film che potrebbe sembrare banale, ma ritengo giustificato coltivare un piccolo barlume di fantasia, a favore dei più piccoli che, difficilmente, oggi hanno un genitore che gli narri le storie col piacevole rischio… di addormentarsi al loro fianco.