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Centro pieno per Francesca Archibugi che, con Questione di cuore, ci regala il miglior film italiano del primo quadrimestre 2009. Personaggi perfettamente bilanciati, grazie anche al fatto che il film si basa sul romanzo autobiografico dello sceneggiatore Umberto Contarello, ed interpreti maschili in stato di grazia. I camei di Verdone (nei panni di un ipocondriaco e realistico se stesso) e Ascanio Celestini valgono da soli il prezzo del biglietto ma, in realtà, non sono che lo zucchero a velo su una torta che, bisogna ammetterlo, relega le donne al ruolo di affettuose comprimarie.

Non spiccano, infatti, l’affascinante Francesca Inaudi (troppo sofisticata e teatrale per la maggior parte dei ruoli cinematografici che le sono stati assegnati negli anni, se si eccettua quello di oggetto d’amore conteso nello splendido Dopo mezzanotte e la bella Micaela Ramazzotti. Discorso a parte meritano invece, come già affermato, Antonio Albanese e Kim Rossi Stuart.
I due protagonisti maschili, infatti, sono talmente affiatati e plausibili da trasformare una storia semplice in un gioiello di grande cinema, come non si vedeva da anni. Dentro i loro sguardi, le mosse, le risate (la scena in cui Kim finge di provarci con Antonio…e i due si mettono quasi a piangere dalle risate…è da Oscar), ci sono cinquant’anni di tradizione, da De Sica a Monicelli.

Una Roma così bella e vera, infatti, non la si vedeva sullo schermo da tempo. Film da non perdere.

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