shorts_mistero-pietra-magica

Se siete tra quelli che sognano ardentemente di veder realizzato il tanto discusso sequel de I Goonies, ed avete nel frattempo apprezzato il remake timburtoniano de La fabbrica di cioccolato, a scapito dell’originale film di Mel Stuart, allora Shorts – Il mistero della pietra magica è quello che fa per voi.

Destinata alle nostre sale solo il 21 agosto, dopo un lancio pubblicitario piuttosto inesistente, la nuova kids-comedy è firmata Robert Rodriguez (un veterano del genere, grazie alla serie di Spy Kids e Le avventure di Sharkboy e Lavagirl in 3-D, che scrive, dirige e produce), e punta tutto su una narrazione piacevolmente insolita, così come su una successione di personaggi ingegnosamente caratterizzati e, per questo, diversi dal consueto.

Tante, difatti, le analogie con il cult-movie anni ’80, nato dalla collaborazione tra Donner, Spielberg e Columbus, a partire dalle infinite similitudini che accostano i paladini di una sezione di Astoria (Goon Docks, da cui “Goonies”) alle prese con la mappa di un tesoro, alle avventure di questa piccola banda di eroi, fortunati possessori di una pietra magica capace di render reali i desideri di chi la possiede.

È tuttavia da sottolineare, anche, l’originale stile narrativo, che vede il protagonista della storia in palese difficoltà con il susseguirsi degli eventi, che sfortunatamente non riesce più a ricordare nell’esatta sequenza cronologica ed è pertanto “costretto” a riferirci in ordine sparso, creando in tal modo un suddividersi di mini-episodi e di anelli mancanti, di cui è sostanzialmente fatto il lungometraggio.

Il tutto, peraltro, mescolato ad un soundtrack a tema, ovvero per il quale ciascun personaggio ha la propria colonna sonora, sia essa tenebrosa come quella di Helvetica Black, la bambina un po’ dark e pestifera della situazione, o semplicemente introduttiva alla pietra anch’essa protagonista del film. Ed il che, non possiamo negarlo, ricorda molto la tecnica musicale con la quale Tim Burton ha segnato i vincitori del famoso biglietto d’oro, nonché visitatori della fabbrica di Willy Wonka.

Siamo nel quartiere residenziale di Black Falls, sede della più grande catena di montaggio della Black Box, un cubetto (bisogna dirlo, simile ad una mini-versione dei Transformers) in grado di assumer le forme di qualsiasi funzione si scelga, dal semplice tosta-pane al computer più complesso. Toe Thompson (Jimmy Bennett), figlio undicenne di due coniugi lavoratori della compagnia Black, ha l’unico, grande desiderio di avere degli amici sinceri, e quando un giorno gli viene lanciata contro una pietra rotonda e color dell’arcobaleno, la sua vita cambia definitivamente.

Discreta la morale finale: nel momento in cui si ha tra le mani una cosa tanto preziosa, non sono i giovani a trarne i privilegi, bensì i grandi, continuamente assetati di poteri e disastrosamente capaci d’ogni più spregevole azione.

Nel cast, oltre alla breve apparizione di Rebel Rodriguez, figlio del regista e piccola chicca per i lettori, compaiono anche i nomi di Kat Dennings (Nick and Norah’s Infinite Playlist) nei panni della sorella maggiore di Toe, Jon Cryer (Due uomini e mezzo) in quelli di suo padre, William H. Macy (Pleasantville, Magnolia e tanti altri), divertentissimo vicino “germofobo”, e niente di meno che James Spader (Sesso, bugie e videotape, Secretary) alias il perfido Mr. Black.

You May Also Like

More From Author

+ There are no comments

Add yours