500 Days of Summer

Come una vera e propria dichiarazione d’amore per il cinema americano indie-pendente (dove quest’ultimo è lo stravagante aggettivo coniato dagli appassionati del genere), (500) giorni insieme racchiude in sé il culto di tutte quelle citazioni che potremmo trovare in un libro di Nick Hornby o in un film di Woody Allen, adempiendo perfettamente al compito d’esser pellicola rivelazione del sempre più consistente, e soprattutto autentico, Sundance Film Festival.

Tom Hansen (Joseph Gordon-Levitt) è il giovane impiegato di una società per la quale scrive biglietti d’auguri; le sue brillanti eppur effimere creazioni appagano uno spirito artistico afflitto dal peso di un corso di architettura involontariamente lasciato a metà. Tuttavia, essendo cresciuto con una notevole inclinazione per la musica pop e grazie all’aiuto di una personalissima reinterpretazione de Il laureato, Tom è da sempre intimamente convinto che tornerà a star bene nel momento in cui troverà la sua anima gemella.

Sole Finn ( Zooey Deschanel), al contrario, è l’opprimente risultato di un secolo di guerriglia femminile e di inappropriati divorzi genitoriali: la realtà di una nuova forma di a-sentimentalismo racchiusa nel corpo estremamente aggraziato di un’appassionata degli Smiths e di Ringo Starr («A nessuno piace Ringo Starr», «È proprio questo che mi piace di lui»). La ragazza per cui tutti sarebbero capaci di prendere una sbandata, e la stessa che nessuno vorrebbe mai incontrare nella propria vita.

Quella metà di noi mancante, che il giorno prima incrociamo per puro caso, ed il giorno dopo sappiamo già non riusciremo mai più a dimenticare: Sole Finn, la persona meno romantica che possa esistere, la nuova collega di Tom che proviene da una piccola provincia del Michigan e, ciononostante, non crede all’esistenza dell’amore più di quanto confidi in quella di Babbo Natale. Che si tratti di leggi probabilistiche, selezione attentiva o semplice, quanto inesplicabile destino, Tom e Sole vivranno una serie di momenti teneri ed indimenticabili, così come di attimi fatti d’odio e rancore alla Sid & Nancy, in quelli che saranno i 500 giorni più memorabili e significativi della vita del ragazzo.

Ma attenzione: non vi sarà nessuna storia d’amore a lieto fine.

Con un personaggio maschile che subito rammenta quello di un infelice John Cusack in Alta fedeltà, per quanto privo del medesimo, ironico eccesso di autostima presente nell’adattamento cinematografico di Frears, (500) giorni insieme può esser considerato come l’accurata autobiografia del co-sceneggiatore (assieme a Michael H. Weber) Scott Neustadter, vittima di una sciagurata avventura estiva avvenuta quand’era uno studente della London School of Economics: Sole Finn, in tal caso, vantava sì di un diverso nome, ma anche dell’identica crudeltà affettiva.

Diretto dall’esordiente Marc Webb, regista di numerosi videoclip musicali tra cui compaiono i nomi dei Green Day e dei 3 Doors Down, il film è avvalorato da alcune preziose tecniche grafico-visive che a tratti ne fanno un musical, un cartone animato (ricordate la sequenza iniziale di Juno?) o l’esempio esemplare di un egregio utilizzo dello split screen.

Condiamo il tutto con una colonna sonora che annovera artisti come Regina Spektor, forte della sua bellissima “Us” e di una toccante “Hero”, e Feist, di cui ancora una volta il cinema riprende la sognante “Mushaboom”, ed il più è fatto. Le incantevoli voci degli autori della colonna sonora nonché della narrazione fuori campo in lingua originale, ovvero quelle di Mychael Danna e Rob Simonsen, unite ad una intelligente rivisitazione dei brani degli Smiths, dei Black Lips o dei Wolfmother, rendono (500) giorni insieme unico nel suo genere, comprovato ancor maggiormente dalla firma degli She & Him, duo musicale folk della protagonista femminile Zooey Deschanel, cantante prima d’esser attrice.

Basti aggiungere che mai interpreti principali furono più azzeccati (romantico ed evanescente lui, il pluripremiato Joseph Gordon-Levitt, splendida ed imperturbabile lei), e che, per supplire alla lunga attesa per l’uscita ufficiale nelle sale italiane e non, prevista per il lontano 27 novembre, i due hanno già girato un paio di video musicali gratuitamente visionabili sul sito ufficiale della 20th Century Fox, distributrice incaricata.

[Nota del caporedattore: in realtà, come potete leggere dal sito linkato al titolo, si tratta propriamente di Fox Searchlight, la divisione della Fox che si occupa dei film low budget. E’ a loro, tra l’altro, che dobbiamo alcuni dei più bei gioielli degli ultimi anni, tra cui è doveroso citare Juno e Little Miss Sunshine. Questa è la prova evidente che, per fare grande cinema, ci vogliono grandi idee…non grande budget. Ogni riferimento a quel mastodonte ridondante e barocco di Baarìa…è puramente casuale]

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=PsD0NpFSADM[/youtube]

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