SeriousMan

“Wouldn’t you love somebody to love / You better find somebody to love”
Jefferson Airplane

I fratelli Coen, come i buoni vini, maturano e migliorano sempre di più col passare degli anni. Se la loro poetica ha sempre sorpreso per il sottile e ricercato approccio allo humour nero, i loro più recenti lavori (si veda il Premio Oscar Non è un paese per vecchi) hanno fatto fare il salto di qualità anche al resto della sceneggiatura, al rapporto fra trama e personaggi, al tratteggio delle personalità messe in scena. Ne stanno nascendo veri e propri capolavori. A Serious Man è uno di questi: un film complesso nel suo approccio con l’umorismo e le aspettative dello spettatore, un film per pochi, un film che non verrà compreso dal pubblico di massa. Un vero capolavoro, appunto.

A spiazzare è prima di tutto l’assenza di un’evoluzione lineare e “classica” della trama. Ambientato nel 1967 tra i membri una comunità ebraica del midwest, il film narra semplicemente le disavventure di “un uomo qualunque” alla ricerca del senso dell’esistenza, nel momento in cui sulla sua vita pare si stia accanendo la malasorte: la moglie gli comunica di essere innamorata di un altro, sul lavoro comincia a ricevere lettere minacciose, il fratello e i figli non combinano niente di costruttivo, mentre persino i rabbini a cui si rivolge in cerca di aiuto spirituale sembrano prendersi gioco di lui, costringendolo tra discorsi inutili e racconti cabalistici. Se niente accade, la storia non può nemmeno finire e così – in piena continuità con Non è un paese per vecchi – anche qui il finale aperto lascia immaginare allo spettatore una conclusione che possa spazzare via definitivamente (è proprio l’espressione giusta!) i crucci di questo novello Giona.

Ancor più precipuo dello stesso impianto della trama è l’uso che i Coen fanno qui del loro umorismo: lo humour dark è la molla che fa scattare ogni meccanismo, da quello ritmico a quello dissacrante e spiazzante che mette fuori gioco i canoni a cui lo spettatore è abituato. Non si ride di fronte ad A Serious Man; si sorride di gusto, si rimane sorpresi da un genio inconfondibile che muta una commedia in tragicommedia attraverso lo strumento dell’umorismo: mirabile acrobazia, degna di due artisti come i Coen. Non stupitevi quindi se uscirete dal cinema spiazzati e stupiti, ma stranamente divertiti: sono i Coen che hanno colto nel segno.

Da rimarcare la scelta di utilizzare un cast di attori semi-sconosciuti, col fine evidente di non distrarre dalla storia e di porre sullo stesso livello tutti i numerosi personaggi che paiono essere d’accordo nel rendere un inferno la vita del povero protagonista. Uno sforzo azzeccato e riuscito, che non impedisce però a Michael Stuhlbarg (il protagonista Larry) e a Fred Melamed (l’improbabile nuova fiamma della moglie di Larry) di spiccare per bravura e per un perfetto physique du role.

Il film, che si apre e si chiude sulle note di Somebody to Love dei Jefferson Airplane (vera “chiave di lettura” delle disavventure di Larry), esordisce con una scena ambientata in un lontano passato (e recitata in yiddish), che aggiunge un tono surreale, mistico e quasi comico alla narrazione e al personaggio del terzo rabbino (che comparirà più in avanti nel film). È questa scena la sintesi perfetta per esprimere il livello di originalità suprema a cui i Coen arrivano con quest’opera: stanchi, esausti e annoiati da una Hollywood che ricicla script del passato, sequel stantii e adattamenti di romanzetti e romanzoni, respiriamo a pieni polmoni una ventata di freschezza e novità stilistica, dalla quale bisogna farsi spiazzare e trascinare per ricordare cosa è veramente cinema, cosa è arte e cosa invece è solo prodotto commerciale.

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9Comments

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  1. 3
    Luca Gianneramo

    Osservatoriesterni, sinceramente non gradisco lo spam link (perchè di questo si tratta). Nè qui nè in altra sede (sai a cosa mi riferisco). E in quell’altra sede ho avuto modo di notare che anche qualcun altro te l’ha fatto osservare. Non andrei a mettere il link del mio sito in quelli altrui, nemmeno se invitato. Per me puoi anche lasciare il tuo link, non mi interessa: la mia opinione poi sta già qua sopra.

    PS: nulla di personale, credimi, e capisco che dietro il tuo sito ci sia un lavoro vero (a differenza di altri che invece fanno girare link a siti fasulli, come mi è già successo). E’ semplicemente una “policy” che abbiamo già seguito con altri. Grazie. Ciao

  2. 7
    Ayla

    Molto bello, offre molti spunti per riflettere e nello stesso tempo sa coinvolgere. Il modo in cui alla drammaticità degli eventi si mischia a volte il lato comico è geniale!

  3. 8
    Luca Gianneramo

    Ti capisco Ivan: è esattamente quello che dicevo a inizio recensione. Non è un film semplice ed è un film che può spiazzare (in negativo e in positivo). La tua è la posizione che sicuramente andrà per la maggiore.

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