La proprietaria di una casa editrice incarica l’ inesperto, anaffettivo ma volenteroso Vaporidis (Matteo) di scrivere la guida “Tutto l’amore d’Europa” sui romantici luoghi del Vecchio Continente. Parigi, Barcellona, Londra, Amsterdam e naturalmente l’Italia. La guida diventa il pretesto: girare per l’Europa alla ricerca di se stessi, degli altri, del rapporto perduto o ritrovato. O semplicemente divertirsi e sognare. Una trama simpatica per ventenni fancazzisti.

La sceneggiatura e il soggetto sono di Massimiliano Bruno (con un passato d’autore e attore teatrale), e non si discosta molto dal filone di altre già da lui curate, come la popolare serie dei Cesaroni, Notte prima degli esami – Oggi e Ex. La regia è di un giovane esordiente, Riccardo Grandi, e poi c’è la popolarità di Nicolas Vaporidis (qui anche in veste di produttore), l’istrionico Sergio Rubini, una partecipazione di Enrico Montesano, il bravo Alessandro Roja(Ruben) conosciutissimo per il “Dandy” di Romanzo criminale – la serie…e due belle, fresche attrici di turno, Ana Caterina Morariu e Myriam Catania.. Ma non basta. Il film non decolla, anzi, non atterra.

Rimane un po’ sospeso fra la commedia e il sentimentalismo senza però approfondire o sviscerare un qualche messaggio subliminale (tranne il mini trailer pre-film che raccomanda la prudenza nella guida con un geniale stratagemma, una bella campagna sociale interpretata anche da alcuni protagonisti del film). Se viaggiare serve per innamorarsi allora il messaggio è chiaro. Il film è utile a spronare la generazione dei quasi trentenni ad uscire dal guscio e osare. Se viaggiare serve per riconciliarsi con se stessi ed il mondo allora il film è utile per saper ritornare ed affrontare la vita con più consapevolezza.

Se il film serve per conoscere luoghi allora sarebbe stato meglio un documentario. A tratti sembra infatti un lungo spot promozionale delle maggiori capitali europee (guarda caso Grandi approda alla regia dopo anni di esperienza pubblicitaria) in cui casualmente vengono inquadrati i protagonisti non sempre però seguendo un filo logico.
Se la logica, infatti, sta nell’accogliere l’amore, con tutte le sue controversie e complicazioni, il film non affonda le radici per cercarne le origini ma si lascia cullare dalla superficialità del momento generazionale accompagnato da una sorniona colonna sonora. E’ giusto anche così. E’ confezionato per i giovanissimi, fatto da giovani senza, per fortuna, insegnare nulla ai “vecchi”.

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