Lunghe code al botteghino del cinema Farnese, nella splendida piazza romana di Campo dei Fiori: un folto pubblico di appassionati ha così seguito l’edizione 2010 del Festival del Cinema Spagnolo, organizzato da Exit Med!a con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna, dell’Istituto Cervantes e di altre prestigiose istituzioni culturali.

Sette giorni di programmazione, con pellicole spagnole, catalane, latinoamericane, presentate nelle sezioni de La nueva ola, dedicata ai cineasti emergenti; di Otro Mundo, sui cortometraggi “giovani”; degli Incontri professionali con la cinematografia della Catalogna; infine, con l’omaggio al regista Daniel Burman, scelto per celebrare degnamente il bicentenario della Repubblica Argentina.

In questo variegato panorama, orchestrato abilmente dai giovanissimi organizzatori Iris Martìn Peralta e Federico Sartori, hanno brillato due prove al femminile: Mapa de los sonidos de Tokio,  il nuovo film di Isabel Coixet, già autrice di film di culto come La mia vita senza me e La vita segreta delle parole, è un noir sentimentale ambientato nella capitale del Giappone, filmata impeccabilmente con un grande senso cromatico e un occhio alle incongruenze del dialogo interculturale (quasi alla Marco Ferreri la sequenza iniziale: due businessman nipponici partecipano ad un pranzo di lavoro organizzato per loro da imprenditori occidentali con splendide ragazze nude a mo’ di vassoi umani…“Dobbiamo conformarci all’idea che hanno di noi” è il sagace commento di uno dei due ospiti).

Tre giorni con la famiglia, invece, ha visto la presenza della regista, la catalana Mar Coll, che a soli 28 anni ha realizzato un film intenso sull’eterno tema della incomunicabilità in famiglia. Al termine della pellicola, e del Festival, la Coll ha affrontato le domande del pubblico insieme all’attrice Valentina Carnelutti, in grado di spaziare dai ruoli che le sono propri a quello di intervistatrice e brillante traduttrice dallo spagnolo.

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