50 anni per scoprire il mondo. E ritrovar l’amore…

Mentre, una notte, se n’annava a spasso,
la vecchia Tartaruga fece er passo
più lungo de la gamba e cascò giù
co’ la casa vortata sottinsù.
Un Rospo je strillò: “Scema che sei!
Queste so’ scappatelle
che costano la pelle…”
“Lo so: – rispose lei –
ma, prima de morì, vedo le stelle.”

Trilussa, La tartaruga

Le avventure di Sammy (Around the World in 50 years) di Ben Stassen

Distribuzione: Eagle pictures

Fin dall’antichità la tartaruga ha simboleggiato la longevità, la stabilità e la pazienza, e ogni sua immagine è stata utilizzata per manifestare la forza tranquilla, la solidità e la continuità del mondo. Per la Eagle Pictures essa ha rappresentato una sorta di amuleto in quanto nel 2010 ha ottenuto svariati successi con film come Dorian Gray e The Twilight Saga – Eclipse, Step Up 3D e Basilicata coast to coast, quest’ultimo una sorta di elogio alla lentezza.

Inoltre, ha portato al cinema Oceani 3D, uno straordinario documentario – recensito nel numero di aprile di PRIMISSIMA SCUOLA – in cui una tartaruga marina guida lo spettatore attraverso le meraviglie del “pianeta blu”, e dulcis in fundo, l’animazione tridimensionale qui in esame, Le avventure di Sammy, dal 22 dicembre nelle sale italiane.

La vicenda è narrata in prima persona da Sammy, un’ormai matura tartaruga, in un lungo flashback intercalato da allegri ritmi caraibici. Il protagonista racconta la schiusa delle uova, cinquant’anni prima, su una spiaggia deserta della California. Tra le decine di tartarughine entrate nel mondo scorge la deliziosa Shelly, ed è amore a prima vista. Ma per i neonati le insidie sono appena iniziate: un paio di voraci gabbiani li rapiscono, e Sammy, con coraggio e un po’di fortuna, riesce a liberare se stesso e la sua amica; ma un attimo dopo lei è nuovamente scomparsa.

Nel corso del lungo viaggio che affronterà attraverso i mari prima di ritornare al lido natio, sebbene rincuorato dalla speranza di ritrovare la sua Shelly, Sammy dovrà affrontare numerosi pericoli: i veloci barracuda, i feroci squali bianchi e le reti che destinano gli esemplari più teneri ad arricchire il brodo di un’apprezzatissima zuppa. Ma chi, se non l’uomo, è capace di simile nefandezza? Sì, l’uomo che ha messo in pericolo l’ambiente marino con la plastica, con le piattaforme petrolifere, con gli idrocarburi sversati dalle navi, con l’immondizia e i rifiuti, con i container e le vecchie imbarcazioni abbandonate. “Gli umani” – riflette la voce narrante – “sono strane creature: alcuni trasformano l’oceano in una discarica, mentre altri si danno da fare per ripulirlo!”.

Dunque, Sammy ha recuperato il comodo relitto di una zattera e ci si è installato seguendo la corrente giusta. Dopo poco incontra Ray, un coetaneo piuttosto rotondetto e spiritoso che lo accompagnerà per più di un decennio con la sua simpatia e le sue “emissioni gassose”, dovute alle scorpacciate di piccole meduse. Assieme vivranno momenti di assoluta felicità, e schiveranno innumerevoli difficoltà, ma un giorno i due amici, catturati dalle reti a strascico, vengono separati. Sammy viene ributtato in mare, ma di Ray perde ogni traccia…

Spossato e sconsolato, Sammy arriva sulla spiaggia di Big Sur (California centrale) dove viene soccorso da una coloratissima comunità di hippy che lo eleggono propria mascotte, gli disegnano il simbolo della pace sulla corazza e gli presentano Vera credendo che Sammy possa accoppiarsi con una tartaruga più grande d’età. Lei sorride divertita ironizzando sulla propria mole: “Una tartaruga grassa è una tartaruga felice!”. I figli dei fiori sono gentili e gli leggono Il giro del mondo in ottanta giorni, un’avventura particolarmente gradita da Sammy; tuttavia Fluffy il loro gatto dall’inflessione francese, è geloso e mette in guardia la giovane tartaruga da quelle persone. Quando la comunità di fricchettoni viene sollecitata dalla polizia a liberare la spiaggia, Sammy rimane solo.

Le note di California dreaming costituiscono il commento musicale più appropriato…

In seguito, scampato all’assalto di uno squalo, Sammy incontra nuovamente Shelly: neanche lei l’ha dimenticato. Insieme progettano di vedere il mondo, in particolare la curiosità di Sammy è attratta dall’oceano di ghiaccio, perciò punteranno verso un fantomatico “passaggio segreto”: il Canale di Panama? Ma i due arrivano presso le acque dolci amazzoniche dove verranno assaliti dai piranha e Sammy verrà catturato da un’aquila pescatrice. L’abbattimento da parte degli umani dell’albero in cui è prigioniero non eviterà la nuova scomparsa di Shelly tra le eliche di decine di imbarcazioni.

Sammy riprende il suo viaggio: la corrente antartica è la chiave per giungere agli oceani di ghiaccio. Laggiù, nelle acque gelate, a cavallo di un vecchio frigorifero incontra una saggia megattera che fa appena in tempo a istruirlo, quando un arpione indirizzato evidentemente al cetaceo colpisce il frigo e scaraventa la tartaruga in mare. Per fortuna i cacciatori di balene vengono messi in fuga dall’equipaggio di una nave oceanografica che lo strappa alla morte per assideramento. Sammy viene curato, censito e rimesso in mare proprio dagli hippy che aveva conosciuto tempo prima: sono studiosi e svolgono ricerche in mare, altro che cattivi! Dopo poco tempo ritrova Ray imprigionato in un container, e lo salva. L’amico rievoca i vecchi tempi e lo conduce nella propria comunità, sita in un fondale che contiene alcune grandi carcasse di navi: forse laggiù potrà ricongiungersi con l’amatissima Shelly…

Naturalmente non sveliamo la conclusione che presenta alcuni divertenti colpi di scena; diciamo, però, che al termine del flashback Sammy adulto fornisce la chiave di lettura di questa favola morale che descrive il ciclo della vita, l’avventura della crescita – meglio se condivisa – e il viaggio verso la maturità. Tali passaggi, assai comuni negli uomini, risultano memorabili poiché coincidono con l’adolescenza, periodo in cui si contraggono amicizie e amori che solo il tempo cancellerà o consoliderà. Nonostante tutto, è la scuola l’ambiente in cui questa maturità prende corpo e si evolve.

Le peregrinazioni della tartaruga (ogni tanto il racconto è intercalato dal tracciato dell’itinerario di Sammy sul globo terracqueo), date le peculiarità dell’animale, dettano il messaggio di questo road-movie incentrato sulla pazienza e sulla costanza dei sentimenti, valori oggi piuttosto in disuso tra le persone. Le avventure di Sammy sono quindi un intelligente intrattenimento per famiglie perché le immagini di grande perizia tecnica elaborate dal mago del digitale, nonché regista e produttore del lungometraggio, Ben Stassen (Fly me to the moon) riescono a coniugare la totale immersione nell’universo tridimensionale della meravigliosa messinscena con la qualità e l’originalità dei contenuti pedagogici.

Difatti, non solo i protagonisti della storia prendono coscienza di quanto il mare si stia deteriorando e la biodiversità sia in grave pericolo (il petrolio che arriva sul fondo, Sammy cavalcioni di un ingombrante elettrodomestico, la pesca a strascico, le baleniere che imperversano nei mari freddi…), ma comunicano ai recettori giovanili, primi destinatari della favola animata, la fiducia in migliaia di persone che si battono quotidianamente affinché il pianeta inverta la marcia che conduce all’autodistruzione.

Perché gli uomini sono in grado di prendersi cura degli ambienti e degli esseri viventi compromessi dallo sfruttamento miope e dissennato. Durante i cinquant’anni in cui ha viaggiato prima di far ritorno al lido dove ha visto la luce, la tartaruga Sammy ha osservato i mutamenti del mondo e ha imparato ad affrontare e superare le difficoltà. Vi è riuscita seguendo uno stile di vita sano, nutrendosi in modo equilibrato di quello che la natura gli ha messo a disposizione, senza prevaricare nessuno e nel pieno rispetto di tutte le creature viventi.

Estratto da PRIMISSIMA SCUOLA n.5-6 – dicembre 2010

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