Al via il BARI INTERNATIONAL FILM&TV Festival 2011
Dal 22 al 29 gennaio la seconda edizione del Bif&st
Il vento nuovo del Sud, per fortuna, non delude, anzi soffia vigoroso. Presentata alla Casa del Cinema di Roma da Nichi Vendola, Ettore Scola (presidente), Felice Laudadio (direttore artistico), Silvia Godelli (Assessore alla Cultura della Regione Puglia), Oscar Iarussi (Presidente Apulia Film Commission) e Michele Emiliano (sindaco di Bari), la seconda edizione del Bif&st 2011 già si annuncia densa di ottimo cinema, grandi autori e sorprese di livello internazionale.
“Chi avrebbe detto che nel profondo sud sarebbe stato possibile portare avanti un Festival di questo livello – afferma Silvia Godelli – a Bari è possibile, in Puglia, in ‘periferia’, si aprono cose nuove. Perché invece il Centro “piange” e si chiudono eventi consolidati? Ci sono ragioni profondamente politiche. La Puglia sta creando un “distretto dell’economia creativa”, che mette insieme economia, impresa e cultura. Il Bif&st, che si terrà in vari luoghi fra cui il bellissimo Teatro Petruzzelli, è dedicato all’amore per il cinema.”.
Promosso dalla Regione Puglia (Assessorato al Mediterraneo, Cultura, Turismo) in collaborazione con il Comune e l’Università degli Studi di Bari, finanziato dall’Unione Europea ed organizzato dall’Apulia Film Commission, il Festival – uno dei tanti fiori all’occhiello della Regione Puglia – ha un programma fitto di 150 lungometraggi (fra cui 11 anteprime) e 158 fra documentari e cortometraggi, per un totale di 308 titoli, 70 dei quali verranno replicati, oltre a 5 importanti retrospettive (completa e scientifica la “personale” dei film di Tornatore, curata da Ninni Panzera; fra le altre un tributo a Suso Cecchi d’Amico ed a Domenico Procacci di Fandango), 98 opere in sezioni non-competitive, per un totale di oltre 400 proiezioni metà delle quali a titolo gratuito e molte altre a prezzi decisamente popolari.
Senza contare gli “eventi collaterali”: 8 lezioni di cinema, 8 incontri su libri di cinema e con attori/attrici/registi giovani ma affermati (Rising Stars, a cura di Franco Montini), workshop, master class, laboratori, conferenze stampa multiple, convegni, mostre fotografiche ed uno spettacolo di Nicola Piovani, Epta, che concluderà il Festival. “Mi emoziona essere qui con un gruppo di persone che, come me, hanno sognato una Puglia diversa, non di confine – dice Iarussi – abbiamo cercato di costruire una filiera, una rete di opportunità ed oggi siamo interpreti dello scenario delocalizzato del cinema.
La Puglia non vuole più essere periferia”. Eccezionale, come sempre, Ettore Scola, il quale ironizza sul ruolo del Presidente e analizza la situazione italiana: “Ho accettato la carica perché voglio capire a che serve il Presidente, e direi a niente, come sempre, anche qui chi conta è il direttore artistico… oggi assistiamo ad un progressivo impoverimento della cultura, la politica non può fare a meno della cultura, alla gente frega sempre meno della politica e forse è per questo che Vendola appartiene oggi alla speranza del nostro Paese, perché non si vergogna di parlare di cultura e si fa prendere in giro perché usa molto la parola ‘racconto’, ed è importante raccontare la storia degli italiani”.
Dal canto suo il direttore artistico, Felice Laudadio, ricorda che a Bari esisteva un Festival di Cinema già dalla fine degli anni Ottanta, successivamente rinnovato, ed espone il corposo programma del Bif&st: dalle opere indipendenti di cinematografie meno note di Paesi evocativi come l’Ungheria e la Bulgaria, a prodotti delle major come Il discorso del re (GB) di Tom Hooper con Colin Firth (già si parla di Oscar), film di apertura del festival il 22 gennaio, e London Boulevard di William Monahan con Keira Knightley (GB) o, sempre in tema di cinema internazionale, Morning Glory di Roger Mitchell, con Harrison Ford, e Senna (USA, in questi giorni anche al Sundance, sul grande corridore di Formula 1), con Ayrton Senna.
“Scopo di questo Festival – aggiunge Laudadio – è quello di soddisfare la grandissima richiesta di cinema che viene dalle generazioni giovani e meno giovani: per questo le location del Bif&st sono in varie zone della città, prima fra tutte lo storico Teatro Petruzzelli, che sarà trasformato in una sala cinema ad alta tecnologia”. Ed infine, last but not least, gli occhi ed i cuori di tutti sono rivolti a lui, Nichi, artefice del miracolo-Puglia e di una politica che potremmo definire con un termine a lui caro “i cantieri della trasparenza”: parla del Bif&st come di una manifestazione “poco mondana e molto formativa” e si dice orgoglioso per le scelte fatte di investire nel cinema superando il rischio di cadere nel provincialismo.
“Abbiamo pensato al cinema come ad un intero ciclo produttivo, oltre che come veicolo di incivilimento – conclude Vendola – il territorio pugliese si auto-narra senza chiusure, perché il localismo è una malattia, noi volevamo una manifestazione che parlasse delle arti e dei mestieri del cinema, che si aprisse ai giovani ed al mondo. Gli investimenti fatti in cultura (ed il fenomeno del turismo in Puglia è di portata europea, dati i 5 milioni di arrivi a Bari), sono quelli che hanno retto alla crisi, la cultura “si mangia”, è cibo, oltre che per l’anima, per riprodurre apparati della cultura produttiva. L’impoverimento dell’idea di narrazione è impoverimento culturale ma il cinema italiano, oggi, è una delle poche militanze della cultura italiana, forse uno dei pochi argini alla deriva che vediamo intorno a noi, è un seme buono e, sia per l’alta qualità estetica sia per il ritorno all’impegno etico, ci dà speranze”.
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