Sanctum 3D

La cosa certa per un film come Sanctum 3D è che se qualcuno soffre di claustrofobia è decisamente sconsigliabile andarlo a vedere. Mentre al contrario per chi ama i thriller si filo del rasoio di certo non rimarrà deluso.

Tratto da un episodio accaduto realmente al produttore e co-sceneggiatore Andrew Wight, il film racconta la storia di una squadra di speleologia che, esplorando caverne sottomarine situate in un sistema di grotte inesplorate, rimane bloccato in profondità in seguito ad una improvvisa tempesta tropicale che li spingerà a ricercare una seconda via di fuga per potersi salvare.

Con un inizio avvolto nelle splendide e misteriose acque blu dell’oceano  per poi passare in una giungla altrettanto misteriosa, il film sin dalle prime battute fa leva su i classici espedienti di un certo cinema d’avventura degli anni ottanta che tanta soddisfazione ci ha regalato e che nell’ultimo decennio si è visto poco protagonista.

Ma sin da subito la storia mostra in verità cosa realmente è: ovvero un insieme di thriller, azione e claustrofobia che si amalgama sufficientemente sopra un tessuto registico di discreta fattura; ber ritmato e con un apprezzabile equilibrio, se questo film possiede una pecca è forse l’eccessiva durata che lo porta ad essere un po’ troppo prolisso, finendo per diventare quasi insostenibile. Di negativo ci sono alcune pecche nei dialoghi che molto spesso tendono a diventare troppo melodrammatici, cercando di trovare un certo filo poetico dove non esiste.

Buono invece il 3D, che ultimamente ha deluso al cinema, ma che in questo caso offre momenti davvero significativi collegati esclusivamente alla spettacolarità della scena, merito soprattutto della tecnica utilizzata da James Cameron per Avatar e riutilizzata qui. Per quello che riguarda il cast, protagonista un Richard Roxburg che già in altre pellicole ha dato prova di essere un capace interprete, e qui dove la sua performance è tutta “fisica” riesce a risultare credibile, molto più del resto del cast che magari fisicamente è più prestante ma meno efficace.

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