Incontriamo Paul Haggis in occasione della presentazione del suo ultimo film The Next Three Days.
Haggis, che è stato tra gli sceneggiatori di Casino Royale, uno tra i capitoli della saga di James Bond più apprezzati da pubblico e critica, ammette di aver pensato da tempo ad un thriller da realizzare con la casa di produzione da lui creata insieme a Michael Nozick, la Hwy 61.
Haggis ci racconta che un giorno Eugenie Grandval, direttore dello sviluppo della Hwy 61, gli propose in visione una copia del thriller francese Pour Elle e ne rimase subito affascinato.
Ci tiene, tra l’altro, a ribadire che a lui poco importa d’aver fatto un remake: “Non c’è nulla di cui vergognarsi se li fa anche Scorsese”.
Il film originale in realtà, racconta Haggis, lascia molte domande senza una risposta. Ad esempio: chi farebbe qualsiasi cosa per la persona che ama sapendo che, forse, in seguito a quell’azione, lei potrebbe non amarlo più?
Immediatamente, sia lui che Michael Nozick pensarono che, partendo dalle medesime premesse, avrebbero potuto realizzare un thriller intenso, avvincente, pieno di suspance, di action e dramma con al centro una storia d’amore forte, tessuta su uno scenario alla Hitchcock dove un uomo assolutamente comune suo malgrado si caccia in situazioni straordinarie.
Haggis ci dice che quando intorno ad una storia trova delle domande alle quali lui stesso non sa dare una risposta immediata, sa di essere nella direzione giusta che lo guiderà verso un soggetto, quindi verso un film. Ci dice che gli piace indagare e riflettere sulla natura umana, sui rapporti, sulla fiducia nei confronti delle persone che amiamo anche contro ogni evidenza, sul prezzo che si è disposti a pagare in amore, insomma: siamo disposti a dare più di quanto si può ricevere?
Egli sostiene che, in tutte le situazioni, bisogna essere disposti a dare più di quanto si riceve. A tal proposito, apre una parentesi e confessa che molte volte ha dato più di quanto avrebbe poi ricevuto. Un esempio evidente di ciò è il suo non essere stato retribuito per la sceneggiatura di Crash, progetto nel quale, evidentemente, credeva molto.
In seguito, ribadisce anche come, a suo avviso, sia un grave errore pensare costantemente di meritare di più di quanto si è ottenuto. Il peccato di orgoglio, aggiunge, è il peggiore che ci sia anche se è difficile restare lucidi e sinceramente umili. Poi parla della necessità che ha avvertito di creare una sua casa di produzione perché ad Hollywood non capiscono che quando giri un film, anche le scelte finanziarie sono, in definitiva, scelte creative che devi affrontare ogni giorno sul set, superando ostacoli burocratici e tecnici, oltre ad imprevisti di varia natura come, ad esempio, due interi giorni di pioggia, inaspettati e soprattutto non previsti dalla sceneggiatura.
Haggis ci regala, infine, un’anticipazione sul suo prossimo film, il cui titolo, almeno per ora, è: Terza persona. Tre storie d’amore intrecciate e uno sfondo morale. Sembra che verrà, in parte, girato in Italia, tra Roma e Napoli. Il tema centrale sarà il razzismo, l’intolleranza verso gli immigrati, il senso di superiorità che molti hanno verso gli altri.
“E’ facile giustificare noi stessi, il nostro comportamento? La nostra posizione è moralmente giusta o è stata assunta per convenienza e per porci su un piano superiore?”.
Questo è il tipo di domande che Haggis si pone nella vita privata ma soprattutto prima di iniziare a lavorare al suo nuovo progetto.
**** L’intensa immagine di Paul Haggis è stata scattata dall’autore di questo post ****
+ There are no comments
Add yours