Amore e amicizia: la forza della vera magia?

“È la bacchetta a scegliere il mago. Così è sempre stato, così accade e accadrà a ogni giovane apprendista stregone”, come ribadisce lo stesso Olivander, proprietario della più famosa bottega di bacchette magiche di tutta Diagon Alley…

La bacchetta perciò influenza, agisce, resiste, sente, percepisce le sensazioni del mago a cui appartiene e ne rimane fedele compagna. Analogamente è stato il pubblico a scegliere Harry Potter, ad esserne così magicamente affascinato e attratto fino a farne un idolo, un eroe del racconto fantasy per piccolo e grande schermo che ha conquistato lettori e spettatori di tutte le età.

A dieci anni dall’uscita sul grande schermo del primo episodio della saga, mercoledì 13 luglio sarà per moltissimi appassionati, sostenitori e implacabili fan del celebre maghetto, una data da celebrare, e forse da ricordare con un pizzico d’amarezza: dopo così tanti anni dall’uscita di Harry Potter e la pietra filosofale finalmente l’avventura – e la nemesi – giunge a compimento: il pubblico si prepara ad assistere all’attesissima battaglia finale per la salvezza di Hogwarts e del mondo magico, il duello decisivo fra Harry e Voldemort, lo scontro conclusivo fra bene e male.

Il mondo magico sta vivendo un lungo periodo di terrore; tuttavia ritrova coraggio quando Harry giunge ad Hogwarts per portare a termine la missione affidatagli da Albus Silente: distruggere gli Horcrux contenenti i frammenti di anima del suo (quasi) immortale nemico. Ma alfine, la matassa si scioglie, l’intricata rete di misteri che lega Voldemort e Harry è finalmente svelata; fanno da sfondo al chiarimento della vicenda un coinvolgente susseguirsi d’inseguimenti e scontri “bacchetta versus bacchetta”, il contributo tempestivo di ogni personaggio schieratosi contro il signore oscuro, l’organizzazione di una difesa quasi disperata dell’edificio scolastico, l’intervento di un manipolo di soldati di pietra, l’enorme spargimento di sangue e un concitato combattimento a base d’incantesimi e danze di bacchette…

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Per i protagonisti si avvia una corsa contro il tempo per evitare il trionfo del male. Come al solito, sono le geniali trovate di Hermione Granger, le intuizioni di un Ronald Wesley, via via più maturo – come dichiarato dallo stesso attore inglese Rupert Grint riferendosi all’evoluzione del proprio personaggio – l’inaspettato coraggio di Neville Paciock (Matthew Lewis), i consigli e i suggerimenti criptici della stravagante Luna Lovegood (Evanna Lynch) a trarre d’impaccio i tre protagonisti alla disperata ricerca dei denti di basilisco atti a neutralizzare gli Horcrux rimasti in circolazione.

La spannung narrativa tradotta in immagini si raggiunge quando Harry, attraverso una lacrima dell’agonizzante Piton, prende coscienza della propria posizione e soprattutto della propria funzione: egli stesso è un Horcrux involontario, ignaro depositario e contenitore di un frammento dell’anima dello stessoVoldemort. E logica vuole che egli si sacrifichi per far sì che ogni brandello di vita del suo nemico si dissolva. Il maghetto, ormai consapevole di essere parte integrante del sacrificio che salverà il mondo magico dall’abisso, si appresta ad affrontare Voldemort, per l’ultima volta.

Come in ogni fantasy che si rispetti, non possono mancare effetti speciali, creature  mostruose, troll, spiriti, fantasmi, ragni giganti e un corposo esercito di mangiamorte all’assalto del castello di Hogwarts “magicamente” protetto da massicci soldati di pietra e dalle abili ed esperte bacchette dei docenti, coordinati da un’agguerrita Minerva McGranitt (la solita “sempreverde” Maggie Smith).

J.K. Rowling ha recentemente affermato: “Il potere dell’amore è un grande tema presente in tutti i libri e nei film. Nel corso della storia sono espressi tanti diversi tipi di amore, ma l’amicizia è forse la forma d’amore più forte che vediamo nei film”. E l’importanza dell’amore come sentimento trasversale è incarnato da Narcissa Malfoy, che mette a repentaglio la propria vita per il figlio Draco. E forse, proprio in Harry Potter – I doni della morte parte 2 la componente affettiva è focalizzata sul valore dell’amicizia e del legame parentale, e non tanto sulle relazioni amorose che avevano caratterizzato, forse esageratamente, i due episodi precedenti.

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