Davide Del Degan premiato dai detenuti del carcere di Trieste

L’immagine non è questo o quel significato espresso dal regista, bensì un mondo intero che si riflette in una goccia d’acqua, in una goccia d’acqua soltanto!

A.Tarkovskij

Ogni anno, a luglio, a Trieste, il matrimonio tra il cinema ed il mare si chiama Maremetraggio ed il rito si compie grazie alle due anime del festival, Maddalena Mayneri e Chiara Valenti Omero:

“Maremetraggio 2011, siamo arrivati in un battibaleno alla dodicesima edizione, senza quasi accorgercene. Gli anni passano e la crisi aumenta. Mai come per questa edizione è stato difficile trovare dei partner che ci potessero aiutare ad organizzare  un evento sempre più in crescita”.

“Qualcuno dice che con la cultura non si mangia. Rispondo che senza cultura non si vive, che è molto peggio. Maremetraggio è arrivato al dodicesimo anno di età, sta diventando adolescente e, come tutti gli adolescenti, ha non pochi problemi. Molte certezze che si pensavano consolidate sono messe in discussione e quindi immaginare il proprio futuro e prepararsi ad affrontarlo diventa particolarmente difficile”. Perché questa premessa così seriosa? Semplice: l’edizione 2011 di Maremetraggio è andata benissimo, oltre ogni aspettativa.

Nonostante la crisi, nonostante la palese e pesante miopia del nostro governo, l’unico del G8 che, ogni anno, taglia i fondi destinati a cultura e ricerca. E’ andata benissimo perché la settima arte è viva e i giovani la amano. Mille spettatori (esatto. Proprio come quei famosi “mille” celebrati pochi mesi fa) ogni sera, riuniti in un giardino all’aperto, per vedere cortometraggi inediti…è stato un piccolo miracolo. Giurie di altissimo livello ed un’attenta selezione hanno, ovviamente, fatto la parte del leone.

Tra i tanti, impossibile non citare il brillante Mark Shilling che, a ventisei anni, si trasferì a Tokyo ed oggi continua a scrivere di cinema per Variety, alternando le recensioni di cinema giapponese alle telecronache degli incontri di Sumo! L’esplosivo Nicola Nocella che, da valente attore e giurato (Globo d’oro 2010 come miglior attore esordiente per la sua intensa interpretazione ne Il figlio più piccolo di Pupi Avati), si è trasformato, al calar del sole, in un favoloso rock dancer (Jack Black? Meglio. Molto meglio) e, dulcis in fundo, l’angelica Francesca Inaudi. Che il suo vincere il premio del pubblico al Flaiano del 2004 per Dopo mezzanotte di Davide Ferrario fosse solo l’inizio, non v’erano dubbi e lei ce lo ha confermato nei sette anni successivi, alternando ruoli brillanti ad intense interpretazioni drammatiche come nel pluripremiato e mai abbastanza distribuito Noi Credevamo di Mario Martone (Venezia 67), in cui ha vestito – con l’eleganza unica che la contraddistingue – i nobiliari panni della principessa-patriota Cristina Trivulzio di Belgiojoso.

Ed è proprio tra i protagonisti dell’ultimo lungo di Martone che ha brillato il protagonista della Prospettiva 2011 di Maremetraggio: Andrea Bosca. Inutile girarci intorno: di rado, i giovani attori belli portano con sè la sostanza. E’ un piacere, quindi, che questo luogo comune venga sfatato da Andrea che è riuscito a mettersi a nudo di fronte ad una platea di giornalisti e curiosi, catturandone l’attenzione attraverso rimandi, citazioni ed intense esperienze di set, le quali non possono far altro che spingerci a fargli un grosso In bocca al lupo per i suoi progetti futuri che saranno, ne siamo certi, decisamente di spessore.

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Ma la parte del leone l’hanno fatta, come da copione, i corti ed il pubblico ha potuto farne una scorpacciata regale: ben 79, infatti, sono stati i lavori presentati, cui si è aggiunto un coraggioso corto fuori concorso, da tenere decisamente d’occhio perché merita: Vivere una favola di Alice Tomassini. Maremetraggio ci ha regalato anche tre eventi speciali (‘Tatanka’ di Giuseppe Gagliardi, ‘Il backstage ritrovato – Dolce vita mambo!’ di Antonello Sarno e ‘Mestieri difficili’ di Manuel Fanni Canelles) e, tra i numerosi premiati, è impossibile non citare lo splendido (per il tema, per la regia, per le bravissime interpreti: Piera Degli Esposti e Diane Fleri) Come si deve di Davide Minnella, vincitore del Premio Oltre il Muro – Provincia di Trieste, decretato da una giuria di 15 detenuti coordinati dal regista Davide del Degan.

Last but not least, i magnifici giovani cineasti del laboratorio diretto dal visionario ed esplosivo Stefano Gabrini, Professore di Regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Attraverso i loro occhi, le loro mani, il loro entusiasmo, Maremetraggio si è trasformato ed è migliorato, di giorno in giorno. Un backstage, un cortometraggio, un’esperienza visiva di prim’ordine. Sono stati questi sei ragazzi e ragazze a cambiare il cinema in meglio. Loro sono la prova vivente che l’Italia non è, come in molti vorrebbero, soltanto “un paese per vecchi”.

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