Quante sono le possibilità che un ragazzino come questo appaia davanti alla tua porta e sappia gareggiare così bene?
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Dov’è papà? / Sta correndo. /E da chi scappa?
Scena di apertura e finale da manuale per Mosse vincenti, uscita tecnica di Fox Searchlight, la divisione di Fox dedicata al cinema indipendente, quella che ci ha regalato – per intenderci – chicche come Juno e Little Miss Sunshine.
In attesa di vestire i panni di Philip Dick e mentre lo ammiriamo contemporaneamente in Le idi di marzo, l’eclettico e mirabolante Paul Giamatti ci regala, in notevole ritardo rispetto agli Usa (da loro, il film è in sala da gennaio 2011, dopo essere stato presentato al Sundance) la sua attenta interpretazione dell’avvocato di mezza età Mike Flaherty, bolso, anonimo e sull’orlo del fallimento professionale (unica sua ricchezza, le tre splendide donne della sua vita: la moglie e le due splendide bimbe).
La chiave dell’intero film è nascosta nella prima sequenza e nella domanda che il protagonista pone alla giovane e brillante promessa del wrestling studentesco, cardine dell’intera vicenda: “Cosa si prova ad essere così bravi?”. La sua risposta, dall’alto della sua saggezza di adolescente con genitori divorziati è: “Ci si sente in controllo.”.
Ecco ciò che manca al protagonista, che vede invece la propria esistenza sfuggirgli di mano…sino a sentirsi costretto a mettere in dubbio anche la propria etica personale e professionale.
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Menzione d’onore per il personaggio del giovane nerd-wrestler, compagno di allenamenti del giovane campione. Lui, che non ha mai combattuto, in attesa del via libera del coach, interpreta la vita come se fosse un episodio di Star Wars. Interessante ricorrenza: anche in Sideways, Jack implorava un depresso Giamatti di non farsi catturare dal lato oscuro della forza.
Simpaticissimo il poliziotto bello e gay di Will and Grace, Bobby Cannavale, qui nei panni del migliore amico di Mike, un divorziato di mezza età che si finge giovane e la cui goffaggine fa decisamente tenerezza. Colpisce al cuore, invece, l’interpretazione in levare di Burt Young (i cinefili lo ricorderanno nei panni di Paulie, il cognato macellaio di Rocky) nella parte dell’anziano e dolce nonno, presupposto narrativo di questa leggera american family story. Quasi un classico del genere. Pellicola perfetta per chiudere al meglio questo travagliato 2011.
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