E’ da poco iniziata la stagione televisiva invernale e, come ogni anno, il piccolo schermo è stato invaso dai prodotti più disparati.

Il genere storico sembra andare per la maggiore, con “La figlia del capitano” seguito a ruota da “Anita”.
Lo stesso dicasi per “Che Dio ci aiuti” che vede Elena Sofia Ricci trasformarsi con successo e per la gioia del pubblico in simpatica suora detective sull’onda del successo di Don Matteo. La novità più gustosa è data dal fatto che, forse ispirati dalle leggende riguardanti l’anno appena iniziato (leggere alla voce “Profezie Maya”) gli sceneggiatori di RAI e Mediaset si siano buttati a capofitto in un genere molto in voga oltreoceano ma sinora poco esploratorato dalle produzioni nostrane: il paranormale.

Sia “mamma Rai” che Mediaset hanno scelto di approfondire il filone in modi totalmente differenti, proponendo due fiction dai toni noir con ampie incursioni nel mondo dell’ignoto.

Rai Uno propone Il Restauratore che vede come protagonista Basilio, un ex carcerato dotato di poteri paranormali. Uscito dal carcere dopo diversi anni, l’uomo scopre di poter vivere la storia futura delle persone proprietarie degli oggetti che tocca nella sua attività di restauratore. Ne risultano una serie di indagini durante le quali l’uomo rispolvera i suoi trascorsi da poliziotto con l’obiettivo di scongiurare gli esiti, per lo più tragici, previsti. La fiction, coproduzione Albatross Entertainment e Rai Fiction, prevede dodici puntate articolate in sei prime serate.

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Personalmente, ho trovato gli spunti molto interessanti ma gli sforzi di sceneggiatura sono stati resi vani da una regia poco convincente, indecisa tra la volontà di osare e quella di rassicurare lo spettatore.Ne risulta una narrazione scoordinata e decisamente poco credibile. Nulla può l’interpretazione di Lando Buzzanca che prova ad essere convincente ma., quando si ritrova catapultato in improbabili flashback con tanto di parrucca, rinuncia a combattere. L’ambientazione, uno studio di restauratore, potrebbe essere piacevole se non fosse antistante una piazzetta italiana così di clichè che ci aspetterebbe il suonatore di mandolino. Di paranormale c’è il fatto che il proprietario del bar fa credito a tutti.

Di contro, ho trovato particolarmente interessante la fiction proposta da Canale 5, “Il Tredicesimo Apostolo – il Prescelto”. Anche in questo caso ritroviamo una media serialità, sei serate e dodici puntate, targata Taodue e Pietro Valsecchi.

Claudia Pandolfi interpreta una psicologa (Claudia, per omonimia) che per puro caso si trova a collaborare con Gabriel, giovane teologo Gesuita con la passione per le moto (Claudio Gioè). L’uomo è incaricato da una fantomantica Congregazione della Verità di indagare su una serie di vicende che per tipo e modalità di manifestazione potrebbero richiedere l’attenzione della chiesa.

I due, che incarnano l’opposizione di scienza e spiritualità, si ritrovano successivamente e loro malgrado invischiati in una serie di intrighi, lotte e rivalità per il controllo di chi, si ipotizza, sia dotato di poteri paranormali. Gabriel stesso scoprirà di essere dotato di particolari facoltà e dovrà fare un lungo viaggio nel proprio passato per scoprirne l’origine, arrivando a trovarsi in pericolo proprio a causa di tali abilità.

Al contrario del prodotto Rai, Mediaset mette in campo una regia ed una sceneggiatura di buona qualità, nel tentativo di introdurre lo spettatore italiano a tematiche nuove per le produzioni italiane.
Vengono sperimentate tecniche registiche innovative per il piccolo schermo italiano; viene per esempio fatto ampio ed oculato utilizzo del green screen per spettacolarizzare il tutto senza cadere nel caricaturale.

Le tematiche affrontate, la colonna sonora ed i titoli di testa strizzano palesemente l’occhio al genere lanciato con successo da “Il Codice da Vinci”, l’occhio e l’orecchio ormai abituati si lasciano corteggiare. (Una curiosità: su youtube qualcuno fa prontamente notare le smaccate similitudini con i titoli di testa di un recente successo cinematografico… elementare Watson!).

Ottime le interpretazioni di Pandolfi e Gioè – grandi interpreti della scuderia Mediaset – che, contrariamente a quella di Buzzanca, risultano credibili e piacevoli da seguire pur essendo inserite in un contesto fantastico.

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Peccato l’inciampo di una sceneggiatura che crede sia sufficiente la storia d’amore tormentata tra laici e consacrati per fare di una fiction un successo di lunga data. In questo caso basta soprassedere ben sapendo che di finzione si tratta e incrociare le dita. Valsecchi si fa con successo paladino di un genere che in Italia aveva conosciuto ampio successo in tempi non sospetti con sceneggiati quali “Il Segno del Comando”, la Rai rimane per il momento a guardare.

Insomma questo Gennaio all’insegna del paranormale è ricco di nuovi spunti che, se colti, messi in vaso ed annaffiati con regolarità, potrebbero originare prodotti sempre più convincenti e magari – perché no – esportabili. Restate sintonizzati!

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