Avanti! Servitevi pure! Prendete il tempo! E’ gratis!

In Time, prodotto dalla New Regency Picures e distribuito in Italia da Medusa, appartiene al  genere fantascientifico e sarà apprezzato sia dal pubblico maschile che quello femminile.

Il cast è composto da grandi nomi quali Vincent Kartheiser, nel ruolo del milionario e quindi teoricamente immortale Philippe Weis (Mastermind, Alpha Dog, Angel); Amanda Seyfried nel ruolo della figlia Sylvia Weis (Alpha Dog, Cappuccetto Rosso Sangue); Cillian Murphy come il “time keeper” Leon (Batman Begins, Inception, Tron Legacy), e soprattutto, per la gioia del pubblico femminile, Alex Pettyfer come il gangster Fortis (Beastly,Sono il numero 4) e Justin Timberlake come Will Salas protagonista del film, il ragazzo del ghetto che coglie l’occasione per ribellarsi al sistema.

SINOSSI: “Alla fine del XXI secolo, grazie ad una scoperta scientifica, è stato scoperto il segreto dell’immortalità, per evitare il problema della sovrappolazione,  le persone nascono con un orologio interno che gli permette di “invecchiare” soltanto fino a venticinque anni, poi, pur non invecchiando più fisicamente, per continuare a vivere devono acquistare tempo. Il tempo è diventato la valuta con cui la gente viene pagata per il proprio lavoro, ed è il mezzo di pagamento per le necessità ed i lussi. I ricchi possono vivere per sempre, mentre gli altri cercano di negoziare per un’ora di vita in più.”

I ghetti di oggi, esistono ancora ma sono legati a Zone orarie e per passare da una all’altra è necessario pagare un pedaggio in ore, giorni o mesi di vita. Le fasce orarie sono tenute sotto controllo dai “Time keeper” in una centrale di polizia generale che fa in modo che gli anni non si spostino irregolarmente da una fascia all’altra.

Lo spettatore di In Time non si aspetti i classici effetti speciali da film sci-fi perché ne rimarrebbe deluso, trovandosi di fronte ad un film perfettamente godibile, pieno di cambi di scena e di ambientazione ma dove la fantascienza si limita all’orologio vitale, tema centrale ed assolutamente attuale di questa pellicola.

[Nota del Caporedattore: un film in cui la splendida Olivia Wilde (House) interpreta la madre di Justin Timberlake…è sicuramente di fantascienza!  :-D]

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La sceneggiatura non originale, tanto da aver fatto rischiare alla produzione una denuncia per plagio da parte dello scrittore Harlan Ellison, non è probabilmente frutto della mente del regista o dello sceneggiatore, anche se parliamo di Andrew Niccol (Gattaca, S1mone) ma i riferimenti all’attuale situazione economica mondiale sono evidenti per lo spettatore attento, con la sola differenza che, in questo caso, la speculazione e lo sfruttamento della povertà avviene utilizzando l’aspettativa di vita dell’individuo.

La frase di Mr Philippe Weis, una delle persone che controlla il tempo nel mondo come un odierno miliardario, spiega praticamente tutto ciò: “Affinché ci siano pochi immortali, la maggioranza dei poveri deve morire” ed immettere il tempo nelle povere vite delle zone minori significherebbe bloccare il sistema. L’intento di Will è proprio quello di andare contro a questo divario fra ricchi e poveri perchè “Non è colpa di nessuno con quanti anni si nasce”  appoggiato in pieno dalla giovane Sylvia che suggerisce una soluzione a Will perchè in fondo “ E’ rubare se è già stato rubato?”

I personaggi della storia sono tutti ben sviluppati e danno il loro apporto alla storia ed al suo svolgimento, anche quelli come il Signor Hamilton, e la madre di Will che appaiono solo per poche scene, od il miglior amico di Will che appena ricevuto in dono degli anni li spreca subito, facendo venire il dubbio che persone che hanno vissuto tutta la vita nella povertà non sarebbero in grado di saper amministrare un’improvvisa fortuna.

Menzione speciale per Justin Timberlake, grande artista del genere musicale hip-hop ed apprezzato a livello internazionale, che si rivela ancora una volta un’ottimo attore per questo tipo di ruoli, in costante crescita a partire da Alpha Dog per giungere a The Social Network, speriamo che le sue fan non debbano iniziare a preoccuparsi che decida di dedicarsi solo al cinema e non più alla musica.

La pecca più rilevante del film è forse proprio il finale, che potrebbe lasciare un pò di delusione per l’aspettativa creata dall’inizio ma sicuramente il film otterrà un buon risultato commerciale e ne consigliamo la visione anche più di una volta, magari, se possibile, anche in lingua originale per apprezzarne appieno le sfumature.

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