Negli anni ’60 c’era uno slogan: Good as You.  Era il movimento omosessuale anglosassone che gridava la sua affermazione. Buoni come voi, buoni come tutti gli esseri viventi, indifferentemente dal colore della pelle, appartenenza religiosa o dalle scelte ed inclinazioni sessuali. Lo stesso titolo dello slogan venne ripreso nella commedia scritta da Roberto Biondi, andata in scena con un discreto successo in molti teatri italiani una decina di anni fa.

Dopo averla diretta sul palcoscenico, Mariano Lamberti approda oggi sul grande schermo, insieme a Riccardo Pechini. Il cast della “prima gay comedy italiana”, come l’ha definita lo stesso regista ha un preciso compito (ben riuscito tra l’altro), portare un messaggio forte e chiaro: le questioni con cui si confrontano gli omosessuali sono identiche a quelle degli etero.  Concetto apparentemente banale ma in realtà, soprattutto in Italia, non così scontato.

Un gruppo di trentenni, fra amici, parenti e sconosciuti,  in maggioranza omosessuali con alcuni inconsapevoli, sono alle prese con i soliti giochi di ruolo che la commedia impone: equivoci, speranze, battibecchi, gelosie e tradimenti. Una commedia divertente senza essere spensierata, perché i pensieri ci sono eccome, dalla ricerca della felicità al desiderio di maternità/paternità. C’è solo un lato troppo esagerato che li accomuna: il tradimento. Sembra quasi lo sport preferito ed al tempo stesso l’incubo più ricorrente, come se la fedeltà fosse qualcosa di non contemplato nei rapporti di coppia. A loro favore invece, perché di commedia si tratta e non di melodramma, nessun funerale, nessun conflitto familiare, nessuna tragedia. Tutto già risolto, passato, superato. Finalmente una visione positiva del quotidiano.

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Il cast, composto da Enrico Silvestrin, Daniela Virgilio, Lucia Mascino, Lorenzo Balducci, Elisa Di Eusanio, Micol Azzurro, Diego Longobardi, e Luca Dorigo è molto attento a non cadere nella macchietta di se stesso. Bravissima Elisa Di Eusanio nei panni di Mara, la più coatta ma ingenuamente autentica, un po’ meno convincente nel ruolo confuso di etero fintamente colta da raptus da vizietto la Silvia interpretata da Daniela Virgilio (vista nella serie tv Romanzo Criminale, nel ruolo di Patrizia).

Il film è costato cinquecentomila euro ed ha avuto il sostegno della comunità gay romana, dal circolo Mario Mieli ai molti luoghi-simbolo in cui è stato girato, come il bar Coming Out, il ristorante Giada, la sauna Emc che vediamo ritratti insieme ad immagini dall’Europride 2011, svoltosi a Roma.

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