Johnny Depp eroe gotico per Tim Burton. Ma prima di chiedersi come sia possibile che questa combo venga offerta ancora una volta senza timore di stancare, va subito detto che Dark Shadows nasce come adattamento cinematografico, piuttosto libero a dire la verità, dell’omonima soap opera andata in onda tra la fine degli anni ‘60 e il 1971 in America. Si trattava del primo caso di telefilm amoroso che coinvolgesse esseri sovrannaturali, ma va anche premesso che all’inizio niente di tutto questo era previsto nell’opera originale.

Dopo un timido inizio con i fantasmi, infatti, fu solo un anno dopo che la figura del vampiro Barnabas venne introdotta nella soap, portandola a un livello del tutto nuovo e all’esplosione di streghe, licantropi et similia in tutto lo sceneggiato. Inutile dire che Burton ha catturato al meglio questo aspetto dell’opera originale, tralasciando il resto, aggiungendo humor nero e puntando tutto sulla suddetta figura del vampiro che dal ‘700 si ritrova nel mondo moderno, e deve salvare la sua famiglia futura dalla furia di una strega che ancora lo detesta per non averla amata due secoli e mezzo prima.

L’idea più riuscita di Burton è ambientare il film su due linee ben distinte di passato: il diciottesimo secolo di Barnabas e gli anni ‘70 della famiglia Collins, per un risultato camp davvero interessante. Dark Shadows è decisamente più interessante da guardare, ambientato com’è in un decennio diverso dal nostro.

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Le meccaniche da soap opera e la solennità della serie, che anticipò largamente il boom di love story fantasy contemporanee, sono state accantonate per favorire un’esplosione pop che ripercorre tutti i topoi di Burton, a cominciare dal pallore estremo per concludersi con un’ottima fotografia, che mette a contrasto i colori accesi delle ambientazioni con il look cadaverico del cast, morti e non morti.

Quello che purtroppo non permette al film di risollevarsi è la trama inconsistente, piatta, prevedibile e puntellata di spiegoni che devono condensare in due ore e mezza la saga di un’intera famiglia. E così, emergono dal nulla ragazzine lupo, la figura del vampiro non viene minimamente approfondita, faccette e battutine sono messe là a riempire vuoti narrativi piuttosto grossolani. Che Dark Shadows fosse un ottimo materiale di partenza per Burton non ci sono dubbi, ma è anche vero che non è stato fatto il minimo sforzo per renderlo un po’ più interessante di un riassunto interpretato da un cast stellare.

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