Audrey Hepburn era splendida, non solo icona di bellezza e profumi, di commedie e vacanze romane.  Era splendida e dolce anche tre mesi prima di morire, nel 1993, nel piccolo villaggio di Tolochenaz, nel distretto di Morges, in Svizzera, dove ora è sepolta e dove ha vissuto per trent’anni (dal 1964, nel pieno splendore di quell’attività artistica che da lì a poco avrebbe abbandonato).

E’ proprio a Morges, in questo luogo delizioso sulle rive del Lago di Ginevra che la vita dell’attrice ha fluttuato, in discrezione e semplicità, tra un matrimonio e l’altro (il primo marito fu Mel Ferrer, già attore affermato, il secondo un medico italiano, Andrea Dotti, mentre il terzo compagno di vita fu un attore minore, Robert Wolders, che le rimase accanto sino alla fine) figliando e ricevendo pochi amici fidati (fra cui Roger Moore e Peter Ustinov).

Infine, in età più matura, il suo impegno sociale, a favore dell’infanzia, come ambasciatrice dell’Unicef. Ed è proprio la gente di Morges che la ricorda ancora, a quasi vent’anni dalla scomparsa, con semplicità ed affetto, come la vicina della porta accanto: dal negoziante che, strategicamente, la tutelò dai paparazzi al figlio della sua cuoca privata e giardiniere che trascorse l’infanzia nella sua villa, giocando insieme ai suoi figli.

Due iniziative molto interessanti (sino a fine novembre) rendono omaggio all’artista attraverso un’esposizione fotografica, proiezioni, documentari, spettacoli e rimembranze: al Museo Alexis Forel ed alla Fondazione Bolle, il primo all’interno di un palazzo nobiliare il secondo in una galleria fotografica, entrambe sulle due principali rue di Morges. Si tratta di un viaggio introspettivo attraverso i numerosi volti di Audrey, un percorso fotografico personale, della sua vita privata, materna, fino all’impegno umanitario ed ai viaggi in Africa, in cui si assemblano i volti sofferenti dei bimbi malnutriti al suo, già minato dalla malattia.

Il secondo evento è una mostra sulla sua interpretazione cinematografica, con foto inedite dai set dei suoi più famosi film, dalla Russia all’Italia. I migliori registi dell’epoca l’hanno, infatti, voluta e diretta: da Billy Wilder (Sabrina) a Fred Zinnemann, da Blake Edwards (Colazione da Tiffany) a George Cukor (My Fair Lady) sino al nostrano Vacanze romane di William Wiler, complici Roma, la Vespa, lo spiantato Gregory Peck…e la principessina Audrey, Oscar come Miglior Attrice nel 1954. Non stupisce, quindi che, dopo la sua morte, l’American Film Institute abbia proclamato Audrey Hepburn “terza più grande attrice di sempre”.

Sino alla fine di giugno, i film della Hepburn verranno proiettati al Cinema Odeon (Place Dufour di Morges), la mostra cinematografica “Rome, Paris, NewYork…” invece al Museo Alexis Forel fino al 25 novembre e la mostra personale “Gros plan sur une femme d’exception” alla Fondazione Bolle sarà aperta fino al 26 agosto.

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