La sessantatreesima edizione del Festival di Berlino si apre con una sola, sconfortante certezza: dopo il legittimo e ampiamente insperato trionfo dell’inverno passato, l’Italia non ripeterà il formidabile exploit degli anni settanta avvenuto con le consecutive vittorie de Il giardino dei Finzi-Contini e de I racconti di Canterbury, ma si limiterà a qualche gettone di presenza disseminato per le sezioni non competitive della rassegna, dai documentari gastronomici Couscous IslandSlow Food Story, introdotti opportunamente nella vetrina di Kulinarischen Kino, alla esibizione in pompa magna de La migliore offerta di Giuseppe Tornatore nella celebrativa selezione Berlinale Special.

[Nell’arco dell’anno, ci trasferiremo gradualmente nella nostra nuova casa più grande. Potrete continuare a leggere il nostro pezzo su Berlino qui]

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