Angela Finocchiaro_Ci-vuole-un-gran-fisicoEva (Angela Finocchiaro), commessa al reparto cosmetici dei grandi magazzini, lotta con la paura di perdere il posto di lavoro, con l’avvento dei cinquant’anni, con una figlia adolescente ed un ex marito inutile e parassita (Elio di Elio e le Storie Tese).

Poteva essere un ottimo trampolino di riflessione sulla condizione della donna di oggi, invitante ad un cambiamento, o almeno ad una presa di coscienza. Poteva essere una panoramica graffiante e sarcastica sulle tematiche molto presenti e attuali della società senza necessariamente trasformarsi in un film impegnato. L’ironia si sa, seppellisce. Invece si ferma ai soliti clichè stereotipati di una sit comedy televisiva, la lotta sembra più contro le rughe e la menopausa e i 50 pare siano l’unica vera catastrofe di questa mera vita. E’ il prototipo della donna moderna che non convince.

E’ uscito l’8 marzo nelle sale e questo è quasi imbarazzante, non depone a favore. Cosi come il sesso non è una garanzia assoluta. La regia è di Sophie Chiarello, giovane e bella italo-francesina alla sua opera prima (forse ciò dovrebbe giustificarla?), da anni aiuto regista in molti film di Aldo,Giovanni e Giacomo (ha masticato anche altro però: aiuto regista di Kim Rossi Stuart in Anche libero va bene e di Giuseppe Piccioni in Giulia non esce la sera).

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E’ un film femminile ma non corale, poco partecipativo e condiviso. Una commedia che non decolla se non verso la fine (l’inizio ha un ritmo troppo lento nonostante diversi spunti a cui ispirarsi).

Nel cast anche Antonella Lo Coco (cantante di X Factor che ne approfitta per presentare il suo disco ma potrebbe anche dedicarsi alla recitazione, perché no), l’eterno bambinone Elio, Aldo, Giovanni e Giacomo (brevissima apparizione del primo e terzo mentre Giovanni, con il suo ruolo di angelo della menopausa è molto più presente ma rimane persuasivo come un sonnifero), Raul Cremona (l’arcigno caporeparto) e Rosalina neri, la grand-mère arzilla e svampita. Questi ultimi due insieme ad Elio, i più convincenti perchè realisticamente divertiti nei loro ruoli.

Spiace quasi ma non si può evitare di notare che i pesanti limiti di sceneggiatura e regia abbiano condizionato un film che poteva regalare molto, molto di più al cinema italiano.

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