Questione di tempo - About TimeUn celebre adagio di Charles Baudelaire recitava che esiste un modo solo di dimenticare il tempo: impiegarlo. È più o meno questa la morale di Questione di tempo – About Time, l’ultima gradevolissima storia scritta e diretta da Richard Curtis, un autore quasi sconosciuto al grande pubblico italiano nonostante una buona parte delle commedie di successo prodotte in Gran Bretagna nell’ultimo ventennio provenga dalla sua fervida penna. Suo, difatti, il merito di aver creato il personaggio di Mr. Bean (la buffa maschera di Rowan Atkinson), di averne narrato le avventure per la tv e prodotto per il grande schermo Mr. Bean – L’ultima catastrofe; sue le sceneggiature di Quattro matrimoni e un funerale e di Notting Hill, de Il diario di Bridget Jones e di War Horse; e ancora le regie di Love Actually e I Love Radio Rock…

E così, da oggi anche Questione di tempo si appresta a suscitare risa ed emozioni con i soliti consolidati ingredienti british: autoironia e umorismo, romanticismo e sentimenti, farsa e melodramma. Però, stavolta c’è anche qualcosa in più: il curioso escamotage, non proprio originale, ma piuttosto efficace, dei salti nel passato, che provoca un’infinita catena di situazioni spassose. Protagonista della vicenda è Tim Lake (Domhnall Gleeson) un goffo giovanotto dai capelli rossi che vive in un paese sulle coste della Cornovaglia con gli eccentrici genitori (il carismatico Bill Nighy e la “simmetrica” Lindsay Duncan), la sorella Kit Kat (Lydia Wilson), più stralunata del nomignolo che porta, e lo spaesato zio Desmond (Richard Cordery).

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Appena trascorso l’ennesimo, deludente Capodanno Tim viene messo al corrente dal padre dell’interessante prerogativa di cui son dotati i maschi della loro famiglia, cioè della possibilità di tornare indietro nel tempo per correggere gli errori commessi. L’opzione del tipo “uccidere Hitler per salvare il mondo, o sedurre la donna più bella del mondo”, come spiega il capofamiglia, naturalmente non è contemplata, tuttavia il ragazzo ritiene di doversi servire di questo insolito potere per ottenere finalmente i tanto agognati successi sentimentali.

Approdato a Londra, e ospite di Harry (Tom Hollander), uno spiacevole amico di famiglia, nonché nevrotico scrittore di drammi, Tim è impiegato in uno studio legale per praticare il tirocinio da avvocato. In uno strano ristorante assai di moda (e completamente al buio!) incontra Mary (Rachel McAdams), una ragazza americana molto graziosa, ma anche un tantino insicura. I due si piacciono, ma per via di un breve viaggio nel tempo l’improvvido Tim smarrisce il contatto. Per fortuna, la passione di lei per Kate Moss e le continue giravolte avanti e indietro nel tempo del protagonista riporteranno la giovane coppia sui binari dell’amore.

Utilizzando al meglio i viaggi nel passato Tim sposerà Mary in un matrimonio “bagnato e fortunato” intervenendo più volte sul fallimentare discorso del testimone di nozze; salverà, inoltre, il suo amico e collega Rory (Joshua McGuire) da un mezzo disastro professionale, procurerà a Harry il consenso della critica teatrale, darà una sistemata alla vita sentimentale di Kit Kat, e soprattutto agevolerà l’arrivo della giovane moglie in ospedale per partorire la primogenita…

Questione di tempo_Bill Nighy ed il figlio del grandissimo Brendan Gleeson
Questione di tempo_Bill Nighy ed il figlio del grandissimo Brendan Gleeson

Insomma, se quest’invidiabile facoltà faciliterà la routine quotidiana e i rapporti interpersonali del simpatico protagonista, nel contempo non potrà evitargli i problemi e le sofferenze che costellano ogni ordinaria esistenza, e alla fine il ricorso al comodo espediente verrà giustamente trascurato. Perché la vita normale è già varia e interessante da rendere del tutto superfluo ogni viaggio attraverso un arco temporale limitato.

Ciò detto, Questione di tempo dimostra di funzionare alla perfezione grazie a una scrittura che riesce a dosare magistralmente i ritmi della narrazione. Nella prima parte dominano la comicità e la farsa, i dialoghi serrati e spiritosi (consigliata la visione in lingua originale), gli equivoci imprevedibili, le divertentissime gag, e una recitazione decisamente sopra le righe. Nella seconda assistiamo alla prevalenza dei toni pastello della commedia romantica. Lo spartiacque tra le due frazioni, e per certi aspetti anche la “scena madre” del film, è costituito dalla sequenza della cerimonia nuziale, commentata da un insolito – per un film inglese – evergreen made in Italy: Il mondo, dell’indimenticabile, e da poco scomparso, Jimmy Fontana.

Come in Quattro matrimoni e un funerale l’alternanza tra nozze e situazioni malinconiche è meno repentino, ma altrettanto ben riuscito; allo stesso modo le esequie funebri del padre di Tim forniscono un’occasione di riflessione sulla caducità e sulla brevità della vita. Il tempo, dunque, che torna protagonista di una messinscena con tantissimi pregi, che catturerà di sicuro il pubblico d’ogni età. Al solito, azzeccate le canzoni (Nick Cave, The Cure, Amy Winehouse…) che colorano i momenti decisivi del racconto, come già accennato per la canzone italiana.

Ma l’elemento decisivo per la riuscita di quest’opera risiede, a nostro parere, nella felice alchimia del cast, che annovera prestazioni eccellenti da parte di tutti gli interpreti. Già citato il veterano Bill Nighy (Love Actually, Operazione Valchiria, Harry Potter e i doni della morte…), sorprende per disinvoltura l’irlandese Domhnall Gleeson (figlio dell’inossidabile Brendan Gleeson), già visto in Anna Karenina di Joe Wright, e come fratello maggiore di Ron Weasley nella saga di Harry Potter; conquista per misura e sobrietà la canadese Rachel McAdams (Sherlock Holmes, Midnight in Paris, To the Wonder…), per avvenenza e sex appeal la ventitreenne australiana Margot Robbie, che recita il ruolo di Charlotte, il primo amore di Tim. E infine, la palma della simpatia va assegnata al brillante Tom Hollander (Gosford Park, Pirati dei Caraibi, Stage Beauty…) che ricordiamo come il reverendo Mr. Collins, cugino, nonché inopportuno pretendente di Elizabeth Bennet (Keira Knightley) in Orgoglio e pregiudizio.

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