Con un fitto programma di eventi ha avuto inizio FITCuba, la Fiera turistica di Cuba, che si è conclusa il 10 maggio a L’Avana. Come sempre in queste occasioni, gli operatori cubani si sono impegnati al massimo per offrire ai visitatori il meglio di quest’affascinante isola: destinazione turistica per eccellenza nel settore delle 3 S (sun, sand & sea), nonché della cultura (l’eredità coloniale a braccetto con l’epopea rivoluzionaria), Cuba vuole diversificare il proprio prodotto per raggiungere il maggior numero di mercati, da quelli delle economie emergenti (Russia, Cina, India, paesi arabi) a quelli attratti da natura ed escursionismo.
Elementi tutti presenti nell’ampia introduzione alla 34. edizione di FITCUBA svolta dal Ministro del turismo Manuel Marrero Cruz nella “Salón 1930” dello storico Hotel Nacional: malgrado le sue straordinarie attrattive, detentrice di 10 siti UNESCO – in primis la capitale –, Cuba rileva l’esistenza di una domanda che resta insoddisfatta, tanto a livello di collegamenti aerei quanto di adeguate strutture ricettive.
Ogni anno FITCUBA ha un partner diverso; questa edizione è dedicata alla Francia, con l’obiettivo di rafforzarne i flussi in entrata, grazie sia alla promozione delle città coloniali che si avviano a compiere i 500 anni dalla loro fondazione, sia all’incremento delle connessioni (14 voli settimanali verso L’Avana) con un accordo commerciale tra Air France e la compagnia nazionale Cubana de Aviación; da segnalare altresì che una impresa francese fornisce i catamarani alla flotta cubana.
Il ministro Marrero Cruz (nella foto a sx) ha individuato tre principali tendenze globali che hanno impatto sul turismo, in particolare quello verso Cuba: la globalizzazione economica, i processi di concentrazione nel sistema informativo, le problematiche ambientali. Per quanto riguarda le prime due sfide (implicito il riferimento al sempre scabroso rapporto con gli Stati Uniti), il ministro ha rivendicato la validità del modello cubano anche in riferimento al turismo: la gestione statale, con le dovute aperture a partnership con l’estero (sono attualmente 26 le imprese miste, che gestiscono 15 hotel, più una dozzina di imprese estere autorizzate ad operare direttamente nel paese), va confermata, diversificando l’offerta e rendendola più competitiva.
In vista di questo obiettivo, è stata approvata una legge sulla promozione degli investimenti esteri, con incentivi fiscali che arrivano fino all’esenzione totale per i primi otto anni (e con l’obbligo di riconoscere ai lavoratori locali un regime stipendiale tarato sulla media dei paesi dell’area).
Insomma, Cuba vuole aumentare gli arrivi: 2.852.000 quelli del 2013, con Canada al primo posto come paese di provenienza. Per questo, resta strategico il settore alberghiero, con diecimila nuove stanze e numerosi nuovi hotel in costruzione dall’Avana ai principali cayos fino a Santiago e Baracoa, nella regione dell’Oriente cubano. Così come strategico è il rinnovo delle strutture aeroportuali e di quelle necessarie per il turismo croceristico (125 attracchi presenti).
Tuttavia, il ministro ha ricordato la crescita sia del turismo interno che del turismo outgoing, nonché l’intenzione di incrementare la quota di turismo non gestito direttamente da imprese statali: sono già registrati ben duemila paladar (i ristorantini privati che prendono il nome da una famosa telenovela locale) e circa 7.250 stanze in case particular, ovvero affittacamere e locande a conduzione familiare. Anche nel turismo naturalistico, rurale e di avventura le potenzialità di Cuba sono rilevanti, ed è sentita l’esigenza di conciliare sviluppo turistico e sostenibilità.
Da un recente sondaggio è emerso che circa il 50% dei visitatori vengono qui in vacanza per il patrimonio culturale e per le qualità del popolo cubano, oltre che per la maggior sicurezza rispetto a molte altre destinazioni: risposte incoraggianti per chi ambisce a vedere un turismo a Cuba in crescita, ma sempre dal volto umano.
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