Pane e Burlesque

Da quando la fabbrica di ceramiche ha chiuso, il piccolo paese è  sull’orlo del collasso economico: mentre gli ex operai perdono tempo nella sede del partito, Frida (Caterina Guzzanti), la rappresentante sindacale, cerca di salvare il salvabile mentre la malconcia  merceria di Vincenzo (Edoardo Leo) e di sua moglie Matilde (Laura Chiatti), dove lavora anche la sarta Teresa (Michela Andreozzi), è sul punto di essere sequestrata dai creditori. Improvvisamente, la netta svolta: “Mimì La Petite”, ovvero Giuliana (Sabrina Impacciatore), bizzarra e chiacchierata figlia del defunto proprietario della fabbrica, il Cavalier Bontempi, torna in paese dopo più di vent’anni per vendere le proprietà di famiglia e porta con sè…le Dyvettes!

Pane e Burlesque, Full Monty al femminile in salsa pugliese della sceneggiatrice Manuela Tempesta, qui alla sua prima esperienza come regista, funziona ma potrebbe funzionare meglio: i sogghigni e le risatine sono spesso istintivi ma non vi è mai la necessità di una risata fragorosa e catartica, si percepisce spesso che la direzione scelta della regista è forzata, l’elemento di denuncia sociale troppo marcato. La formazione del gruppo e la sua entrata nel mondo dello spettacolo, momenti che si presuppone rappresentino lo scheletro del film, vengono affrontati e risolti con eccessiva rapidità, quasi con sofferenza.

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La commedia lascia spazio al dramma viscerale di un’Italia di provincia gretta e piegata dalla crisi economica, che si avvinghia ad un passato pù sereno forse mai esistito e comunque pagato ad alto prezzo: l’inquietudine e la paura sono più forti dell’ironia. Troppo marcata la conduzione, troppi i momenti morti, inutile la presenza di una Caterina Guzzanti di contorno, troppo melenso il finale tra perdono, riconciliazione e redenzione.

Eppure, nonostante la sua mancanza di originalità e la sua percebile pretenziosità, Pane e Burlesque in qualche modo piace: le protagoniste, per quanto stereotipate, e non completamente sviluppate, risultano gradevoli, si può empatizzare facilmente con i loro tic e le loro piccole e grandi ossessioni e si può dare onestamente plauso per il tentativo, in parte riuscito di mostrare la forza segreta della Donna in un momento di difficoltà.

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