Uno scrittore diabolico, alla morte, lascia in eredità al figlio i suoi terribili segreti.
Un ragazzo, in chat, incontra lo spirito di un amico tragicamente morto suicida.
Una sedicente medium si trova infine a dover fare i conti con gli spiriti che ha evocato.
Un bambino muto, allontanato e umiliato dai coetanei, si trasforma in un’autentica leggenda vivente.
Tre ragazze, scampate a un incidente stradale, non sfuggiranno invece alla vendetta della loro vittima.

Come spesso accade, l’estate trasporta sul bagnasciuga dei nostri cinema prodotti di varia origine, non commercializzabili normalmente negli altri periodi dell’anno: film di nicchia dimenticati da anni in polverosi magazzini che hanno una breve occasione, film stranieri che non si confanno al gusto dei più ma che hanno un valore proprio (basti ricordare il visionario Kyashan – la rinascita). E ripescaggi dall’home video furbescamente rititolati come questo Fantasmi – Italian Ghost Stories del 2013, divenuto nel 2014 Paranormal Stories.

Cinque episodi sulla falsariga dei creepshow girati con il supporto tecnico dell’Università di Tor Vergata, aperti e chiusi da un prologo/epilogo aggiuntivo dal produttore Gabriele Albanesi (già regista de Il Bosco fuori), nati dalla mente di giovani cineasti (Andrea Gagliardi, Tommaso Agnese, Roberto Palma, Stefano Prolli, Omar Protani e Marco Farina), abili nella gestione della fotografia “all’americana” e delle luci con apprezzabili esercizi ma privi di idee originali.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=v3j5Zbl1FwI[/youtube]

Non è sufficiente, infatti, sfiorare “l’italianità” delle situazioni e delle location (Fulci in ciò era precursore, maestro e sinora imbattuto esempio) o la consapevolezza di trovarsi innanzi ad un lavoro dal budget irrisorio per rendere gradevole il lavoro composito o generare un senso di paternalistica complicità: ancora una volta ci troviamo innanzi ad un omaggio (in questo caso verso il periodo d’oro dell’horror nostrano a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, fonte di ogni nostalgia e catena apparentemente indistruttibile) che è fine a se stesso, senza spina dorsale e senza slanci di alcun genere.

Per ottantadue tragici minuti si sguazza tragicamente, lentamente nel già visto (l’episodio migliore, “Urla in collina”, è un miscuglio tra il secondo “Creepshow” e “So cosa hai fatto” mentre  “La Medium” ricorda da vicino “Book of Blood” di Barker) e financo nel prevedibile (“Offline”) . E peggio ancora nell’imbarazzante “potrei far di meglio”.

La recitazione rigida e meccanica degli attori (tra i quali figurano Daniele De Angelis, Primo Reggiani, Laura Gigante, Guia Quaranta, Carola Clavarino, Maurizio Tesei, Anna Maria Teresa Ricci, Santa De Santis, Alessandro D’Ambrosi, Chiara Brunamonti), in particolare dei bambini, condanna definitivamente e pietosamente questa antologia al dimenticatoio e scaglia nuovamente questo Fantasmi con un altro nome nell’home video.

L’ennesima occasione sprecata.

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