In un’intervista  dello scorso anno a “Sette”, il magazine del Corriere della Sera, Pierfrancesco Favino dichiarava: “Non credo che un attore venga apprezzato solo per quel che fa, per la performance. Penso che gli spettatori siano attratti anche dal conflitto che ogni attore porta con sé: io sembro un camionista, ma si percepisce che dentro di me c’è una fragilità. Questo conflitto che traspare è un dono che ti avvicina al pubblico”. Parole sante. Specialmente se ci si riferisce a Senza nessuna pietà, pellicola di cui l’attore romano è protagonista e produttore, nonché opera prima di Michele Alhaique presentata il 30 agosto scorso nella sezione “Orizzonti” del 71° Festival di Venezia, e in uscita nelle sale italiane l’11 settembre.

Stavolta Favino veste i panni di Domenico Santili, comunemente chiamato Mimmo, instancabile ed esperto “mastro” di cantiere presso l’impresa edile dello zio (un sorprendente Ninetto Davoli). Mimmo viene sovente utilizzato dal clan familiare, in tandem con il Roscio (il Claudio Gioè de La meglio gioventù e La mafia uccide solo d’estate), come castigamatti nel recupero crediti dello strozzinaggio, oppure come autista tuttofare per conto del cugino, Manuel Santili (Adriano Giannini), che non gli risparmia boria e arroganza. Lo scenario è quello della periferia romana, dei palazzoni che allargano a dismisura l’area del disagio e del degrado cittadino. Mimmo vive da solo in uno di questi condomini alveare, accudito periodicamente da Pilar (Iris Peynado), una colf cubana attenta e amorevole.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=fsFy_e5Xmfc[/youtube]

Mimmo è un lupo solitario, laconico, barbuto e corpulento (Favino è ingrassato ben venti kg per il ruolo), che ubbidisce agli ordini con sempre minor zelo: è ormai un vulcano sul punto di eruttare. L’entrata in scena di Tania (Greta Scarano, l’Angelina della serie Romanzo Criminale), una giovane avvenente che ha deciso di sfruttare il suo indubbio appeal nei confronti degli uomini, innescherà la miccia che lo farà esplodere. Nel breve lasso della giornata che trascorrerà con la ragazza Mimmo consumerà l’intera sua esistenza, in un crescendo di violenza e dolcezza, tradimenti e solidarietà, rabbia e felicità, odio e amore.

Brillante esordio, dunque, per l’attore e regista Michele Alhaique, il quale, da una sceneggiatura intelligente ha saputo realizzare un film di genere che fotografa quella sottile linea d’ombra che costituisce il labile confine tra l’alienata esistenza suburbana e l’illegalità, o addirittura, la criminalità. Dalla sua anche l’ottima vena di un cast esaltato dalla coralità: non solo il già detto Favino, che “giganteggia” in ogni senso, ma anche Greta Scarano, Claudio Gioè, Giannini e tutti gli altri forniscono prestazioni assai convincenti.

Inoltre, Senza nessuna pietà, in alcune sequenze, evidenzia un ritmo e una tensione davvero notevoli. Nel corso della proiezione abbiamo talvolta pensato a Drive, il noto thriller con Ryan Gosling: un cavaliere solitario salva una fanciulla sull’orlo del baratro, e nel contempo ne viene redento. Accade più o meno lo stesso in questo noir, che tuttavia mostra qualche limite proprio nell’incapacità di uscire dagli stereotipi del genere, limite che provoca una certa prevedibilità, soprattutto nel finale, dove la ribellione dell’onestà è costretta a ripiegare perché, come suggerisce la morale della vicenda, per sovvertire l’ineluttabilità del destino bisogna pagare un prezzo davvero  elevato.

You May Also Like

More From Author

+ There are no comments

Add yours