Grooting

La Galassia è minacciata dal terrorista del popolo Kree noto come Ronan l’Accusatore (Lee Pace) deciso a vendicare il suo popolo distruggendo il pianeta Xandar, patria degli odiati Nova: per attuare il suo proposito Ronan necessita di una misteriosa sfera celata tra le rovine di una civiltà scomparsa, sfera che gli donerà poteri distruttivi inimmaginabili…

Ad opporsi a Ronan si forma accidentalmente una manciata di manigoldi dal cuor d’oro, i Guardiani della Galassia, una manica di banditi senza speranza di futuro e con un passato di dolore: il ladro terrestre Star Lord (Chris Pratt), Gamora, pericolosa assassina e figlia adottiva del tiranno Thanos (Zoë Saldaña), il feroce Drax il Distruttore (l’ex wrestler David Bautista), il procione bionico e parlante Rocket Racoon (Bradley Cooper) e Groot, un umanoide arboreo (Vin Diesel).

Presentato in anteprima ad Alice nella città 2014 e libero dai vincoli di un più gravoso Vendicatori, la cui trasposizione era osservata forse con occhio eccessivamente critico ed esigente dai numerosissimi fan, questa regia di James Gunn (Scooby Doo, The Tromaville Cafe, Super, L’alba dei morti viventi) ha potuto selezionare, modificare e persino stravolgere gli elementi a lui più graditi del titolo minore ma che comunque è sopravvissuto, attraverso incarnazioni e permutazioni, attraverso i decenni.

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Menzionato per la prima volta di sfuggita nel 2010 dal CEO della Marvel e ufficialmente iniziato nel 2012  GdG non é propriamente film supereroistico anzi appare quasi gioiosa parodia del genere e se il paragone con Guerre Stellari appare eccessivo i Guardiani della Galassia funziona, funziona benissimo e ben oltre i risultati dell’inconcludente Iron Man 3: un gradino importante per a Fase 2 della Marvel che catapulta le avventure dei suoi eroi nel “Cosmico”, tra imperi stellari in lotta, misteri più antichi dell’Universo stesso e villains che non mirano ad assogettare la Terra ma puntano ad annichilire la realtà come noi la conosciamo.

Gunn si prende un impegno, ci mette la faccia, scommette se stesso puntando su volti noti e giustamente vince: non originale, non pretenzioso, sa trasmettere un messaggio ovvio ma non necessariamente scontato  tra le sue scene d’azione ben coreografate tra scenari in CG impressionanti che non sono seconde alla Asgard di Thor 2.  E poi citazioni anni ’70 e ’80, omaggi musicali dovuti, accenni sornioni a quel che avverrà nell’universo Marvel cinematografico tramite le ambigue spiegazioni del sinistro Taneleer Tivan, il Collezionista (Benicio Del Toro)…

Il risultato è un puro, onesto, consapevole prodotto di entertainment che pur colmo di effetti speciali non si perde in essi offrendo in questo molto più della nuova trilogia di Peter Jackson. Ve lo consigliamo assolutamente.

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