Sono tra gli spin-off più carini e coccolosi, i pinguini protagonisti dei film di animazione Dreamworks Madagascar. Già tradotto in serie televisiva, I pinguini di Madagascar diventa un lungometraggio diretto da Eric Darnell e Simon J. Smith ed è sui maxi-schermi italiani da appena un mese.
Viene richiesta una discreta prova di fede agli ammiratori di Skipper, Soldato, Kowalski e Rico. Il ritmo incalzante della squadra scandisce con un buon risultato la serie Madagascar, in cui (e forse perché) fa da contrappunto esilarante; nei telefilm il risultato è discreto; in un film di 92 minuti, però, l’effetto si rivela diluito in tempistiche difficili da gestire.
Come spesso accade per i film d’animazione a finto target infantile (sappiamo benissimo che il vero target siamo noi che i bambini li accompagniamo o che, anzi, andiamo a vederlo da soli), la linea rossa su cui si muove la trama è il problema della definizione dei ruoli o meglio il dramma di non potersi staccare di dosso le etichette che ci vengono affibbiate. A tutto ciò, si somma la difficoltà di ammettere che i figli sono cresciuti. La morale si adatta bene, insomma, a tutte le volte in cui non riusciamo a prendere atto di un cambiamento, specie se siamo abituati ad essere noi quelli che risolvono i problemi in una qualsiasi dinamica di gruppo.
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Il film inizia con il primo incontro dei fantastici quattro, che già rivelano la voglia di cambiare il mondo e di porsi qualche problema in più rispetto agli altri pinguini che si accontentano di marciare in fila. La trama scorre sulla falsariga di Cattivissimo me 2 (2013): il cattivo dottor Octavius Brine, polipo gigante in grado di trasformarsi in uno scienziato molto amato, per vendetta decide di rapire tutti i pinguini e restituirli trasformati in mostri spaventosi. Alla squadra dei pinguini, entrata in sofferenza per il rapimento di Soldato, si affianca il gruppo “Vento del nord”, guidato dal lupo artico Agente Segreto.
Una buona alternanza di realismo e surrealismo rende il film piacevole sia agli estimatori sia ai profani. L’interazione tra le due squadre diventa interessante e buffa, a tratti piacevolmente demenziale, anche se l’effetto comico diventa in alcuni punti forzato e quasi ridondante.
Una chicca: ai consueti doppiatori dei quattro pinguini si sono aggiunti John Malkovich per il dottor Octavius e Benedict Cumberbatch per il lupo. Per il doppiaggio italiano sono stati scelti nel primo caso Marco Mete, già doppiatore di Robin Williams, Kevin Bacon e Bruce Willis, ma anche di Roger Rabbit e del gabbiano Scuttle de La sirenetta; e per il lupo è stato scelto Alberto Angrisano, a sua volta voce di John Malkovich, Tim Roth e William Baldwin.
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