Work for need, not for greed.
And not just to survive like a dog, but to live and to celebrate.
And to dance, to sing, as free human beings.
Jimmy’s Hall: una storia d’amore e libertà, ultimo lungometraggio del grande Ken Loach presentato quest’anno in Concorso a Cannes, ove ha ricevuto ben dieci minuti di standing ovation, non delude. E’ impegnato, poetico e very British (anzi Irish, in questo caso) come sempre e senza mai annoiare, sorretto da una solida sceneggiatura, con immagini e protagonisti scelti con grande cura e palesi richiami all’attualità socio-politica che continua ad opprimere i giusti e portare avanti gli oppressori, oggi come ieri.
Jimmy Gralton (l’attore Barry Ward) è un lavoratore irlandese di idee progressiste e socialiste, costretto a fuggire in America, nel 1921, alla vigilia della Guerra Civile, perché osteggiato con determinazione dal parroco bigotto e dai conservatori locali per aver costruito, insieme ai suoi amici, una sala polivalente (la Pearse-Connolly Hall, la sala che dà il titolo al film), dove tutto il Paese si ritrova per ballare, leggere, suonare e dipingere.
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=TyKtFJaCzp0[/youtube]
Dopo dieci anni, nel bel mezzo della Grande Depressione, Gralton ritorna da New York ed i giovani del posto gli chiedono di riaprire la sala e ridare al villaggio uno spazio di pensiero. Ma la mentalità del clero locale, alleato ai signorotti che sorvegliano la ‘moralità’ e l’anti-comunismo del territorio, non sono cambiati, e Jimmy rischia la vita ed il carcere.
Un film che non sembra girato da un regista settantottenne ma da uno spirito giovane ed anticonformista, come quello di Loach sarà sempre. Molto importante il ruolo attribuito dal regista alle arti ed alla cultura nella società, come mezzo unico per fare ‘comunità’, mantenere un pensiero indipendente e sottrarsi al controllo del potere bieco e del perbenismo. “Ci sono ancora molte persone appassionate ed idealiste – afferma Loach – ma sono poco rappresentate e chi è contro il mercato viene considerato un estremista”.
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=yDOkJuan4Sg[/youtube]
[Nota del Caporedattore: il Loach “irish” è, senza dubbio, il più apprezzato in terra di Francia. Ne è prova evidente la Palma d’Oro a Cannes 2006 che gli è stata tributata per l’intenso The Wind That Shakes the Barley che ci catapultò nell’Irlanda della lotta per l’Indipendenza dall’oppressore inglese (1919 – 1923). Con Jimmy’s Hall, siamo dieci anni nel futuro, in quel temibile 1932-33 che vide la salita al potere di Hitler in Germania ed in Irlanda era giunto, secondo la chiesa cattolica, qualcosa di ancor più temibile dell’odiato impero britannico: il comunismo! La scena in cui il parroco bigotto parla di Karl Marx e quella del ballo in cui, ridicolmente, si apposta sulla strada per schedare i partecipanti, per poi rimproverarli ed esporli al “pubblico ludibrio” durante la messa domenicale valgono da sole il prezzo del biglietto, L’ottimo jazz d’annata è la ciliegina sulla ricca torta di una carriera cinematografica che nel 2017 avrà compiuto addirittura mezzo secolo. Continua così, Maestro!]
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