Maccio e le contraddizioni dell’Italiano Medio
Chi è l’italiano medio? È un uomo schizofrenico, o al limite bipolare, pieno di contraddizioni, diviso tra l’ “essere vegano” e il “mangiare il porco fritto”, tra le battaglie ambientali e intellettuali e la voglia di identificarsi con i protagonisti (ignorantissimi) dell’ultimo reality show delle tv generaliste. Questo almeno il ritratto che viene fuori da “Italiano Medio”, opera prima (cinematograficamente parlando) di Maccio Capatonda, che è regista e protagonista di questa pellicola esilarante, nelle sale dal 29 gennaio.
Marcello Macchia, nome d’arte di Maccio Capatonda, ha fatto la sua fortuna con i video non sense che sono sbarcati prima in televisione, e poi su Internet. Milioni di click, per trailer di film fittizi o scimmiottamenti di celebri generi televisivi. Da lì al cinema, il passo non è stato poi così breve. Ma è stato sicuramente un passo ponderato e azzeccato.
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“Italiano medio” era infatti un popolarissimo trailer di Maccio Capatonda. Raccontava la storia di un uomo impegnato nel sociale e nella difesa dell’ambiente, che, disperato, accetta una pastiglia da un amico, che riduce al 2 per cento la capacità cerebrale. Così, l’uomo tutto impegno ed ecologia diventa un fanatico dei reality show e dello “scopare”.
Partire da un trailer per fare un film non è un’operazione semplice. Ma Maccio Capatanda riesce a raccontare una storia compiuta, senza indulgere nella tentazione di fare un semplice collage delle sue idee e dei suoi cortometraggi. Giulio Verme è un protagonista a tutto tondo, che ha una sua evoluzione (o involuzione) personale costruita nel corso di tutti i 90 minuti del film. E così anche gli altri personaggi, quasi tutti provenienti dal mondo di Maccio e più abituati a giocare a fare gli attori in 5 minuti che non in una storia di 90 minuti.
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Ma il film riesce anche perché non si costruisce sul nulla. Rupert Sciamenna (nome d’arte di Franco Mari) è un caratterista con brevi apparizioni in molte pellicole cinematografiche. Herbert Ballerina (Luigi Luciano), la spalla di Maccio in tutti i suoi video, ha già debuttato al cinema. Lavinia Longhi ha un curriculum da attrice impressionante, così come Barbara Tabita. Lo stesso Maccio ha studiato molto, e si vede nella ricercatezza con cui ha montato i suoi “trailer” prima e ha diretto il suo film ora.
Così, “Italiano Medio” si inserisce nel panorama della commedia all’italiana in maniera del tutto originale, mantenendo però la caratteristica originale del genere: quello di raccontare vizi e virtù degli italiani, facendo ridere, ma soprattutto facendo riflettere. Alla fine del film, dopo aver riso e averne apprezzato i non sensi, resta anche un po’ di amarezza. Perché ci si rende conto che un po’ di “Italiano medio” c’è in ognuno di noi. E che, togliendo tutte la caricature e le esagerazioni narrative, alla fine non siamo molto diversi da Giulio Verme. E allora?
“A me che me ne frega a mme!”
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