Era da tempo che non uscivano sul grande schermo, quasi contemporaneamente, un così fitto numero di film per bambini e ragazzi: fantasy, avventura, fantascienza, animazione e pellicole tratte da classici per l’infanzia. Proprio rispetto a quest’ultima categoria, interessa qui ricordare in particolare due attesissime opere, che hanno dato l’avvio alla ‘serie’ dei film per l’infanzia del periodo, lanciati in anteprima dalla Festa del Cinema di Roma, ed usciti successivamente in sala. Il primo, presentato fuori concorso nella sezione festivaliera Alice nella città dedicata a bambini e ragazzi, è stato Belle & Sébastien – L’avventura continua, secondo capitolo della fortunatissima prima parte, diretto dal francese Christian Duguay e basato sulle storie dell’autrice parigina Cécile Aubry, da lei stessa adattate per la TV francese in 39 episodi tra gli anni Sessanta e Settanta.

Ambientati in un paesino ai piedi dei Pirenei durante la seconda guerra mondiale, i racconti seguono le movimentate vicende di un grande e magnifico cane bianco, Belle, e del suo piccolo padrone, un bambino orfano, Sébastien, cresciuto dal nonno. Nel secondo film, ancora nelle sale, Sébastien attende con ansia il ritorno di Angelina, una giovane donna cui il ragazzino si è affezionato moltissimo e che sta per tornare a casa con tutti gli onori, dopo aver ricevuto una medaglia al valore per i servizi resi al suo Paese nel corso della guerra ma l’incidente aereo di cui Angelina rimane vittima, l’ostinata decisione di Sébastien di ritenerla ancora viva contro ogni ragionevolezza e di andarla a cercare con il nonno ed il fedele Belle, insieme alla necessità dei tre di chiedere aiuto ad uno spericolato aviatore, porteranno alla luce nuove verità che cambieranno per sempre la vita del ragazzo.

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Il film è stato criticato perché ritenuto eccessivamente ‘action movie’, rispetto ad un primo episodio più letterario e tranquillo nel suo svolgimento. In realtà la pellicola, godibilissima per un pubblico misto composto di bambini, ragazzini ed adulti sognatori, trova la sua forza proprio nel fuoco di fila di avventure rocambolesche dei suoi protagonisti, ben girate ed accompagnate da una fotografia straordinaria, che valorizza luoghi e personaggi, strizzando l’occhio ad emozioni di ogni tipo, che arrivano ad assestare allo spettatore colpi talvolta prevedibili ma francamente piacevoli. Gli ingredienti per le lacrime ci sono tutti ma, come in un orologio svizzero, le componenti funzionano alla perfezione.

Altro film che sta conquistando, dal primo gennaio del 2016, le sale ed i cuori di tutto il mondo è Il piccolo principe, primo ed attesissimo adattamento cinematografico di un classico della letteratura per ragazzi dello scrittore Antoine de Saint-Exupéry, letto ed amato senza sosta da generazioni di lettori di ogni età. Portato sul grande schermo dallo statunitense Mark Osborne (acclamato regista di Kung Fu Panda), a 71 anni dalla pubblicazione del libro, il film non si limita a raccontare la storia universalmente conosciuta del piccolo principe, della sua rosa, della volpe addomesticata, dei pianeti e dei baobab, la cui distillata quintessenza è racchiusa nella ben nota frase ‘l’essenziale è invisibile agli occhi’, ma fa molto di più, assorbendo il più famoso racconto all’interno di una storia nuova ed originale.

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Una bambina si trasferisce in un nuovo quartiere perché la madre, carrierista e pianificatrice, vuole che la figlia frequenti una prestigiosa scuola per manager del futuro e, a tal fine, le impone giornate tutte uguali con serrati ritmi di studio; ma le cose prenderanno una piega diversa quando la bambina farà la conoscenza del nuovo vicino di casa, un anziano aviatore giocherellone che condividerà con lei bellissimi pomeriggi di sogni e racconti, compreso l’incontro avvenuto tanti anni prima nel deserto africano, con un Piccolo Principe giunto sulla Terra dopo un lungo viaggio tra gli asteroidi. La bambina inizierà a far entrare nella sua vita nuove e colorate emozioni, recuperando la sua immaginazione e lasciandosi a poco a poco catturare dal magico mondo dell’aviatore e delle sue storie, fino ad un imprevedibile epilogo.

Il film, favorito da un poderoso budget di 80 milioni di dollari, ha una straordinaria ricostruzione animata che combina due differenti tecniche, quella dell’animazione in computer grafica con quella in stop motion – la vecchia tecnica dei cartoni animati realizzata frame by frame – utilizzata nelle parti in cui compare il Piccolo Principe, con la ripresa dei disegni originali del libro, ai quali conferisce uno stile raffinato e vintage. Tale soluzione radicale, proposta dal regista alla ricerca di un’idea adatta alla grandezza dell’opera, è stata ben accolta dai produttori, i quali hanno dichiarato: “Il fatto di aver raccontato la storia del Principe usando l’animazione in stop motion aggiunge al film un ulteriore, meraviglioso elemento. Vediamo le celebri illustrazioni di Saint-Exupéry prendere vita in modo reale, quasi tangibile, davanti ai nostri occhi”.

L’opera si avvale, in versione originale, delle voci di un cast stellare, fra cui Rachel McAdams, James Franco, Marion Cotillard, Jeff Bridges; nella versione italiana l’aviatore ha la voce di Toni Servillo, la mamma della bambina quella di Paola Cortellesi e, fra gli altri, recitano Alessandro Gassmann, Giuseppe Battiston e Stefano Accorsi. Il Piccolo Principe, che ha venduto 145 milioni di copie nel mondo ed è stato tradotto in oltre 270 lingue e dialetti, è, dopo la Bibbia, il libro più tradotto al mondo.

Fra gli altri film usciti nel’ultimo trimestre del 2015, per allietare i pomeriggi domenicali dei bambini e dei loro genitori e congiunti, ricordiamo: Masha e Orso:Amici per sempre, primo film realizzato dalla serie animata di origine russa, rivolta ai bambini dai tre anni in poi, liberamente ispirata a personaggi del folklore russo; Il viaggio di Arlo, percorso iniziatico d’animazione di un dinosauro e di un cucciolo d’uomo; Alvin Superstar: Nessuno ci può fermare, storia di tre scatenati scoiattoli adolescenti made in USA.

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