Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle allo stesso modo. La crisi è la miglior cosa che possa accadere a persone ed interi paesi perché è proprio la crisi a portare il progresso.
Follia è fare sempre la stessa cosa, ancora e ancora, aspettandosi risultati diversi.
Albert Einstein
Spesso, le cose che hanno una ricaduta vera nella storia del mondo sono le cose in cui, all’inizio, non crede nessuno e così è stato all’epoca. Noi abbiamo remato contro tutto il resto. La vera impresa è stata culturale, non tecnologica. L’idea di far parte di una rete globale è stata la vera rivoluzione.
Luciano Lenzini
Italiani. Popolo di santi, poeti e navigatori. Dal 30 aprile 1986…su Internet! Ma “La più grande invenzione del ‘900” (secondo l’immensa Rita Levi Montalcini), la cui prima connessione italiana è divenuta 30enne proprio nel 2016, non è giunta sino a noi in modo morbido ed automatico. Si è trattato, infatti, di un risultato tutto fuorché ovvio, dello sforzo congiunto di un gruppo di visionari che non aveva nulla da invidiare alle migliori menti di Silicon Valley e stava creando il futuro del nostro paese con la torre di Pisa sullo sfondo, il mare negli occhi e nel cuore.
Login-Il giorno in cui l’Italia scoprì Internet è la storia di questi scienziati geniali, della loro tenacia, del talento raro con cui ci hanno catapultato nel XXI secolo dalla porta principale facendoci quasi diventare leader mondiali al posto e prima degli americani e se ciò non avvenne fu soltanto, al solito, per la miope avarizia dei nostri burocrati.
[A Roma, Login sarà proiettato nell’ambito dell’evento La Repubblica delle Idee. Potrete, quindi, vederlo gratuitamente il 6 giugno 2016, alle ore 21, al MAXXI]
La giovane e brillante Alice Tomassini (autrice, nel 2010, del bellissimo corto Vivere una favola che affronta il delicato tema della violenza sui bambini con abile delicatezza ed eleganza, doti rare in un’esordiente) ci regala, in questo suo primo documentario commissionatole da Rai Cultura (da cui è prodotto insieme aStartupItalia!) e da lei realizzato avvalendosi, come autore, del grande Riccardo Luna (ex Direttore di Wired Italia e molto, molto altro) la possibilità di assistere al compiersi di questa nostra favola contemporanea, attraverso le testimonianze di coloro che hanno reso il miracolo possibile, degli Steve Jobs italiani: Luciano Lenzini (appassionato clarinettista da piccolo e brillante fisico da grande), Stefano Trumpy (il più grande esperto italiano di satelliti artificiali – fu lui a coordinare il team italiano di 70 ingegneri che permisero il lancio in orbita del nostro primo satellite, Sirio – e brillante surfista! Stupenda la foto di lui sulla tavola, in camicia e cravatta ma con la muta sotto “perché d’inverno l’acqua è ben fredda”) ed Antonio “Blasco” Bonito, l’espertissimo tecnico barese senza il quale le connessioni fisiche non sarebbero mai state possibili e, come oggi tutti sanno, senza connessione…non esiste rete.
[youtube]https://youtu.be/jD5kMLNL_DA[/youtube]
Come lo stesso Professor Lenzini ci narra in apertura, Arpanet (la madre di Internet) nacque il 29 ottobre 1969, quando il messaggio “Login” giunse, per la prima volta e non senza iniziali difficoltà, all’altro capo del cavo grazie ai due brillanti studenti di programmazione americani Charley Kline e Bill Duvall che, in tal modo, provarono la validità di trasmissione della prima rete, connettendo l’UCLA (University of California at Los Angeles) con lo Stanford Research Institute. Ci vollero, quindi, quasi vent’anni per sviluppare i prodromi dell’Internet che noi tutti conosciamo. Il racconto si snoda poi attraverso l’alternanza di scene contemporanee e narrazioni per bocca dei tre protagonisti, sino al commovente, lietissimo epilogo e ad una carrellata di immagini che probabilmente gli italiani di oggi non avrebbero mai visto se la neonata Internet non fosse potuta giungere sino ai nostri router. Ricordate questo nome: BBN (Bolt, Beranek and Newman) Butterfly Gateway.
53’ di avventura sul grande schermo per raccontarci come quel segnale partito dal CNUCE (Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico) di Pisa giunse a Roaring Creek. Come quel semplice ping, fatto partire dal valente Blasco attraverso il Butterfly Gateway italiano, diede inizio al nostro futuro digitale, accorciando ad un battito di ciglia la velocità di comunicazione tra l’Italia ed il resto del mondo.
Oggi, a distanza di 30 anni da quel fatidico giorno…sta a noi dimostrare di esserne degni.
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