Tokyo Love Hotel_locandina italianaIncontri clandestini, rapporti nascosti, storie di disperata e carnale vita quotidiana si consumano nell’hotel Atlas, albergo a ore del distretto a luci rosse Kabukicho di Tokyo.

Tokyo Love Hotel (“Sayonara Kabukicho”, del 2014) distribuito dal 30 Giugno in Italia da Tucker Film, è uno scorcio umano, dignitoso e persino rispettoso delle vite di cinque coppie che, tra frustrazioni, abusi e sconfitte, si ritrovano per ventiquattr’ore a toccare l’hotel Atlas: Toru, il manager dell’albergo a ore (Shota Sometani) che dopo aver perso la sua occasione di una brillante carriera è costretto a mantenere un posto di lavoro che di certo non ama, la sua ragazza (Atsuko Maeda della banda pop AKB48) che anela a entrare nel mondo della musica, Miyu, sorella di Toru, che per far fronte al dissesto finanziario della famiglia dopo lo tsunami del 2011 entra nell’universo degli AV (Adult Video), una squillo coreana (Lee Eun-woo) sul punto di lasciare un Giappone xenofobo per tornare in patria ed il suo inconsapevole ragazzo cuoco (Son Il-kwon del gruppo pop 5tion), una donna delle pulizie dagli oscuri segreti (Kaho Minami), una ragazza in fuga (Miwako Wagatsuma) ed uno yakuza intenzionato a trasformarla in prostituta (Shugo Oshinari) .

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Presentato nel 2014 al Toronto Film Festival e nel 2015 in Italia durante il Far East Film Festival di Udine ed accolto calorosamente, il film riporta Hiroki Ryuichi, ragazzo cattivo passato dal soft porno (“pinku eiga”) al mainstream, all’indie puro dopo Vibrator (2003) e Yawarakai Seikatsu (2005). Accusato da più parti di essere stato fagocitato dal sistema Hiroki Ryiuchi mostra qui di non aver perso la sensibilità mostrata in “Yomei Ikkagetsu no Hanayome” e “Raiou”: nessun personaggio è uno stereotipo e grazie al lavoro della fotografia di Atushiro Nabeshima viene evocato un sentimento di empatia verso gli ospiti dell’Atlas.

Tokyo Love Hotel usa il sesso (frenetico, anelato, perverso, incontrollabile, malsopportato) come tramite per porre allo spettatore delle domande penetranti: quanto si può combattere per la persona amata e quanto si può soffrire per permetterle di seguire la propria strada? Quanto ci si è disposti a vendere per il successo o per la mera sopravvivenza senza perdere la propria dignità?

Tutti i personaggi della storia hanno segreti che celano una splendida umanità, sogni e rispetto di se che, nonostante la sfortuna e le difficoltà, non vengono spazzati via ma si rinnovano. Senza il bisogno di ricorrere ad alcun sentimentalismo di sorta e senza scadere nella facile commedia Ryuchi-san colpisce nel segno lasciando lo spettatore con un sorriso e una lacrima.

Racconto corale e caloroso, velatamente malinconico ma mai serioso Tokyo Love Hotel pecca solo nella eccessiva lunghezza che finisce per diluire il valore complessivo del film.

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