orecchie_locandinaLa follia è la nuova normalità.

Se Rocco Papaleo fosse un critico, bisognerebbe seguire ogni suo adamantino consiglio alla lettera perché quando il brillante attore sceglie di apparire in un film…la soddisfazione è garantita.
Orecchie di Alessandro Aronadio che aveva rischiato l’effetto meteora con il suo primo lungo (Due vite per caso) non è soltanto una godibilissima commedia italiana, agrodolce e surreale.

Siamo di fronte, dopo 6 anni di limbo cinematografico dell’autore e regista, ad un secondo lungo molto valido, dalla sceneggiatura arguta e godibilissima. Presentato in anteprima a Venezia 73, nella sezione Biennale College, è la storia kafkiana del protagonista (bravissimo Daniele Parisi. Tenetelo d’occhio!) che si sveglia con un fastidiosissimo acufene  che ne acuisce le paranoie e la misantropia.

[youtube]https://youtu.be/bmCP1g1dKOo[/youtube]

Assolutamente geniale dal punto di vista narrativo, a tale proposito, la “coppia ridens” formata dalla madre e dal nuovo compagno (menzione speciale per Pamela Villoresi ed Ivan Franek)  che sembrano due 13enni sotto lsd e cozzano, con le loro posture di iperallegri, con la cupezza wertheriana di lui che desidera soltanto porre fine a quel fischio il più rapidamente possibile.

…ed il succitato Papaleo? Ma fa il “prete cowboy” che si fa gli shottini di Vodka e deve celebrare il funerale intorno a cui ruota l’intera vicenda, ovviamente!

Esilarante e, probabilmente, troppo breve, la scena del dottore che vede protagonista il buon Massimo Wertmüller che, con la maturità, ci regala sempre più il caldo sorriso di Sordi e Proietti. La prossima volta…lasciamogli più spazio, egregio regista! Molto carini e perfettamente in parte anche i cameo di Piera Degli Esposti e del bravo Andrea Purgatori che passa qui dalla penna dello sceneggiatore a quella del medico.

Il grande schermo, dal mese scorso, è tutto Orecchie. 

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