Palle di neve appare come un film senza trama, caotico nell’insieme di personaggi poco definiti, che difficilmente riusciranno a trasmettere il messaggio, molto importante ai piccoli spettatori. Infatti i bambini faticheranno ad afferrare il concetto che la guerra, anche se sotto forma di gioco, è una cosa brutta e che mette in evidenza il lato peggiore delle persone, anche se si tratta di amici. Tutti quei piccoli personaggi, poco definiti, non appare mai un adulto, quasi assenti le figure femminili, se si eccettuano le due sorelle che appariranno lungo il corso della storia.
Nessun riferimento a personaggi che possano far riflettere che il gioco si sta facendo duro. Ciò affatica ancora di più lo spettatore che cerca di seguire al meglio la trama. Quello che comincia per gioco, la conquista di una fortezza di neve, fa si che la malvagità nascosta nei personaggi diventi l’aspetto dominante dell’intero film.
A nulla sembra valere la tenera amicizia nata tra i due protagonisti, Sophie e Luc che dovrebbe servire a placare l’innocente guerra combattuta a palle di neve. Anzi, alla fine, i due si ritroveranno a capitanare le opposte fazioni. Alcuni sequenze del film sono animate da una cagnolona che riporta a scene di gioco più sane, alternate a scene di ricordi di Luc ancora piccolo e dell’amara perdita del papà, in guerra appunto.
Siamo di fronte, comunque, ad un film apprezzabile per il tentativo di comunicare un messaggio importante: la guerra, sia come gioco che nella realtà è sempre qualcosa di negativo.
Andrea:
Il film è molto istruttivo soprattutto perché vuole spiegare che la guerra è brutta e non si deve fare per il motivo che può causare morti, ad esempio il cane e il papà del bambino. Però ci vuole insegnare anche che nella vita possono succedere cose brutte ma non bisogna soffermarci troppo e andare avanti anche se il dolore c’è sempre. Però stare con gli amici fa sempre bene basta che siano bravi come quelli del film.
Comunque vi consiglio di guardarlo soprattutto con i bambini per fargli capire che con la guerra non ci si scherza perché è una cosa seria.
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