Cercate di ricordare cosa avete provato la prima volta che avete ascoltato Bach, assaggiato una ciliegia o visto Apocalypse Now. Quel brivido indescrivibile che corrisponde, nella vostra alma, alla frase: ora ho compreso il significato dell’esistenza.

Ecco… questa sensazione indescrivible è esattamente ciò che si prova confrontandosi con il diamante colombiano Tantas Almas, magistralmente scritto e diretto dal documentarista belga-colombiano Nicolás Rincón Gille, classe 1973.

A quanto pare, il suo occhio e la sua mente si stanno comportando come un buon vino rosso che migliora con il passare degli anni, rivelando profondità sorprendenti e prospettive inesplorate perché, incredibile a dirsi… questo è, sino ad ora, indiscutibilmente, il Miglior Film della Festa del Cinema di Roma 2019 e si tratta del suo… PRIMO LUNGOMETRAGGIO!!!

Siamo in Colombia e ad José, papà di rara dolcezza e sensibilità, (interpretato magistralmente da José Arley de Jesús Carvallido Lobo, presumibilmente alla sua prima apparizione sul grande schermo), viene distrutta la vita nello spazio di una notte.

Lui è sempre stato un pescatore ed ha condiviso la propria quotidianità fluviale con i due amatissimi figli, Dionisio e Rafael ma, in una notte indimenticabile, si spalanca la bocca delll’inferno e i demoni si rovesciano sulla Terra… prendendosi, senza alcuna ragione se non quella della loro immane, gratuita, crudeltà… la vita di entrambi.

Tale tragico evento dà il via a quello che potremmo definire il road movie più dardenniano della storia del cinema sudamericano (i celeberrimi fratelli Dardenne sono, tra l’altro, conterranei del regista ed evidentemente una sua fonte di ispirazione) che struggerà le anime degli spettatori esattamente come è accaduto per quelle delle vittime di una delle pagine più sanguinose della storia della Colombia, la guerra civile del 1998-2002.

Un utilizzo magistrale della fotografia, un ritmo rarefatto che rischia di inghiottire chi guarda ad ogni piè sospinto, un’attenzione ai caratteri, ai volti, ai movimenti… in poche parole una regia degna dei massimi capolavori della storia del cinema mondiale.

Non possiamo che augurare tutto il meglio a Nicolás Rincón Gille e ad augurarci che una distribuzione italiana sia così coraggiosa da far uscire questa gemma rara in sala senza condannarla all’oblio festivaliero.

Hasta siempre!

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